Fnsi: “No agli stagisti salvaferie”

Pubblicato il 6 Maggio 2010 - 10:00 OLTRE 6 MESI FA

L’estate si avvicina e le redazioni si riempiono di stagisti. Un rituale che si ripete regolarmente di anno in anno. I giornali si svuotano per le ferie dei redattori e a sostituirli vengono chiamati giovani stagisti, smaniosi di fare esperienza e, soprattutto, senza pretese economiche. Come ogni anno la Federazione nazionale dei giornalisti è intervenuta a ricordare ai Comitati di redazione di vigilare su queste situazioni, per evitare che sostituzioni estive e stage si sovrappongano.

Gli stagisti, infatti, in base al protocollo d’intesa del 7 giugno 1993 tra Fnsi e Fieg, non instaurano “alcun rapporto giuridico con l’azienda”. Di conseguenza lo stagista, non essendo a nessun effetto un lavoratore, non può svolgere alcuna attività lavorativa utilizzabile nella produzione del giornale. Cosa che invece avviene regolarmente con, in alcuni casi, stagisti che firmano tranquillamente i loro pezzi.

Quest’anno poi, con l’entrata in vigore del nuovo contratto nazionale di settore, è stata aggiunta un’altra clausola. Il punto 8 dell’allegato D (protocollo di consultazione sindacale) del vigente contratto collettivo impedisce alle “aziende editoriali per le quali è stato dichiarato lo stato di crisi con decreto del Ministero del Lavoro e che abbiano fatto ricorso alla cigs”, di “procedere all’effettuazione di stage per borsisti e allievi nonché ad assunzioni di giornalisti o praticanti”.

La norma sembra chiara: in aziende in stato di crisi niente stage. Peccato che il Consiglio nazionale dell’Ordine abbia varato all’unanimità (il 9 febbraio scorso) una deroga temporanea, che consente agli studenti provenienti dalle scuole riconosciute dall’Ordine, lo stage anche nelle aziende in stato di crisi, fermi restando tutti gli altri limiti. Da qui la precisazione dell’Odg che, in una nota, spiega che “il divieto vale solo per quegli allievi che siano anche borsisti, tipologia che non riguarda certamente i praticanti della scuole di giornalismo, i quali non percepiscono alcuna borsa”.