Formazione dei giornalisti: da Iacopino a Picozza la polemica continua

Formazione dei giornalisti: da Jacopino a Picozza la polemica continua
Carlo Picozza

ROMA – La polemica sull’aggiornamento professionale dei giornalisti continua. Era partito su Blitzquotidiano Bruno Tucci, già presidente e ancor consigliere dell’Ordine del Lazio, seguito da Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, cui ha replicato (vedi sotto) Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine nazionale del giornalisti. Jacopino ha anche pubblicato, sul sito dell’Ordine, un lungo articolo in cui fornisce tutta una serie di informazioni utili per gli sventurati giornalisti travolti dalla formazione italian style.

È seguito l’intervento, sempre su Blitzquotidiano, di Gennaro Malgieri e ora anche Carlo Picozza di Repubblica e consigliere dell’Ordine dei giornalisti del Lazio ribadisce:

“C’era bisogno di un articolo di un giornalista per ragionare sull’obbligatorietà della formazione per i giornalisti, ad alta voce (non con la voce grossa)? Sembra di sì a giudicare dal dibattito, con polemiche al seguito, che quell’articolo, nonostante alcune iporbole, ha stimolato.

Ben vengano le cose scritte dal collega Sergio Rizzo e, mi scuso dell’autocitazione, la mia stessa dichiarazione: “Sono schifato”.

Di cosa? Lo chiarisce lo stesso autore dell’articolo: non del singolo “episodio” del corso “Giornalismo ed Europa” ma della “piega che la faccenda” della formazione obbligatoria ha preso. “Schifato”, insomma, dei fenomeni spesso al limite del ridicolo che l’obbligatorietà della formazione per i giornalisti sta creando e, soprattutto, del “mercimonio” che rischia di prendere piede, complici una legge e un regolamento di attuazione incongruenti.

Perciò, con tutti gli altri colleghi del Consiglio del Lazio mi sono battuto e continuerò a farlo (pur contrario alla formazione obbligatoria), per corsi totalmente gratuiti (come lo stesso presidente Enzo Iacopino ha riconosciuto nella sua lettera al Corriere della Sera il primo dicembre), trasparenti e di qualità, come quello del D-day della formazione che abbiamo voluto, prima della fine dell’anno, per dare una risposta di servizio (e di qualità: venire per credere!) alle migliaia di colleghi che chiedono corsi per conseguire punti”.

Intanto l’agenzia Ansa ha diffuso questo comunicato dell’Ordine dei giornalisti del Lazio:

“Non ci sarà ‘condono’ alcuno” nei corsi di formazione obbligatoria per i giornalisti. “Ci sarà, invece, una giornata dedicata ai colleghi che, a migliaia, ci sollecitano a rispondere al loro fabbisogno di crediti formativi, obbligatori per legge. Un D-day della formazione, insomma, per dare a tutti, pari opportunità a costo zero come l’Ordine del Lazio si è sforzato di fare in questi mesi, varando e realizzando corsi tutti gratuiti, trasparenti e di qualità.Lo ha fatto con spirito di servizio, pur manifestando la necessità di cambiare la legge perché contrario all’obbligo della formazione per i giornalisti.

Questi, infatti, a differenza di medici, notai, commercialisti e avvocati, svolgono una funzione prevista dalla Costituzione e non hanno clienti, solo lettori, ascoltatori o telespettatori, cittadini, insomma, che sanno giudicare, bocciando e promuovendo quotidianamente il loro operato. Perciò il loro obbligo non può che essere solo quello morale e deontologico”. 

Il botto maggiore è stato, se non altro per la forza della testata, l’articolo di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera di domenica 30 novembre.
Immediata quanto doverosa la replica di Enzo Iacopino, pubblicata dallo stesso Corriere della Sera:
“È possibile che tra centinaia e centinaia, ben oltre un migliaio fino ad ora, di corsi organizzati per la prima volta dai Consigli regionali dell’Odg ce ne sia stato qualcuno inadeguato.
Difficile ipotizzare che il Parlamento europeo e un importante Odg regionale organizzino o propongano «una schifezza» (articolo del Corriere della Sera : «Condoni e punti ai relatori. I corsi burletta per giornalisti»).
Tale si rivela? Non ci saranno repliche, ma una maggiore vigilanza. Quel che sono in grado di affermare è che non ci sarà alcun condono né alcun «Crediti day» per accaparrarsi crediti in omaggio a go go, ma tutti gli Ordini regionali sono e saranno impegnati per offrire ai colleghi opportunità di acquisire formazione aggiornamento a titolo assolutamente gratuito.
La linea dell’Odg nazionale è questa: corsi gratuiti, in numero sufficiente. Il regolamento relativo è pubblico da mesi e resiste alle pressioni di relatori professionali (grandi star del giornalismo) e parlamentari che reclamano esenzioni in virtù delle loro qualità di docenti. Non otterranno risultato e i crediti che potranno acquisire come relatori, nel triennio, saranno al massimo 10 su 60. 
La legge obbliga il Consiglio nazionale dell’Ordine ad accreditare quegli enti che abbiano una esperienza generica triennale nella formazione. Non è consentito all’Odg fare selezioni. Purtroppo. Ma deve solo verificare questo requisito e trasmettere la documentazione al Ministero della Giustizia per il suo parere «vincolante».
Non è prevista una certificazione antimafia dei richiedenti, né l’esame del Dna politico. C’è un modo semplice per respingere questo assalto dei «mercanti» della formazione: disertare i corsi a pagamento. I colleghi lo hanno capito e, infatti, il numero delle richieste sta precipitando. Il Lazio si è da subito opposto a richieste di corsi a pagamento. Ha il mio consenso incondizionato.
Le sanzioni, infine, ci sono e sono quelle previste dalla legge per le violazioni degli obblighi deontologici. Il regolamento ne ha aggiunta una in più, l’impossibilità di ricoprire incarichi. Peccato Rizzo non la apprezzi, ma era più facile chiudere il servizio con una battuta”. 

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