BRUXELLES – Google è ancora nel mirino dell’Antitrust, sia in Europea sia negli Stati Uniti, ma la situazione potrebbe migliorare. Negli scorsi due anni Google ha lavorato duramente per evitare l’accusa dell’Antitrust dell’Unione Europea di abuso di posizione dominante. Adesso, però, l’azienda del più noto motore di ricerca potrebbe essere aiutato da Joaquin Almunia, commissario europeo per la concorrenza, che sta cercando un accordo tra Google e i siti che hanno denunciato il suo abuso di posizione dominante.
C’è da considerare che in Europa Google totalizza il 93-94% del traffico generato dai motori di ricerca, mentre negli Stati Uniti la percentuale scende al 67%.
Almunia ha più volte sottolineato che “una tendenza che sta emergendo di pari passo con l’aumento dei casi di abuso di posizione dominante è la ricerca di impegni effettivi per prevenire gli effetti negativi di della concorrenza”. In questo senso il commissario europeo spera che la soluzione del caso Google possa essere da esempio anche per gli altri casi simili.
In passato nel mirino dell’Antitrust europea sono finiti International Business Machines (Ibm), Standard & Poor’s e Apple. Nessuno di questi casi si è risolto in più di due anni, mentre per il precedente celebre di Microsoft la soluzione arrivò dopo oltre dieci anni.
Ma anziché indebolire la forza delle regole antitrust, gli accordi raggiunti in tutti questi casi hanno dimostrato il “formidabile potere degli inquirenti europei sulle compagnie”, sottolinea il New York Times. A differenza degli omologhi statunitensi, i garanti europei possono imporre sanzioni anche senza l’ordinanza di un tribunale.
Senza un accordo, Google rischia una sanzione fino al dieci per cento dei suoi ricavi annuali in tutto il mondo, che, nel 2011, si sono aggirati sui 38 miliardi di dollari. Per due volte, sempre al Forum Economico di Davos (in Svizzera), Almunia ha incontrato i vertici di Google, prima il direttore esecutivo Eric Schmidt, poi il responsabile legale David Drummond, e in entrambi i casi il commissario europeo ha assicurato la possibilità di raggiungere un accordo senza sanzioni e in tempi brevi.
Non è solo l’Antitrust europea a temere nel mirino Google. Anche negli Stati Uniti il motore di ricerca è oggetto di inchieste in base allo Sherman Antitrust Act e al California Cartwright Act. E per Almunia le buone relazioni tra Usa e Ue sono “le basi su cui si fonda il rafforzamento della concorrenza globale”. E queste relazioni sono molto importanti proprio nel caso di Google, sottolinea il New York Times.