Giudice Usa contro Google: “Con Oracle contrattazione sovietica”

Pubblicato il 17 Agosto 2011 - 12:31 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Android è il sistema operativo open source, cioè a licenza gratuita, di Google, e in quanto tale uno dei più utilizzati per gli smartphone. Oracle è il colosso informatico che ha acquistato la Sun, sviluppatrice del codice Java necessario per la creazione ed il funzionamento del software Android. Ma Java non è un open source ed ora Oracle vuol ciò che afferma gli spetta da Google: un risarcimento miliardario per il mancato acquisto delle licenze necessarie.

La querelle legale tra i due colossi informatici ormai va avanti da tempo: chi deve pagare e quanto? Da parte sua Google nega la sua responsabilità: afferma di non avere mai saputo che ci volesse una licenza per Java e propone comunque, a titolo di transazione, un indennizzo di 100 milioni di dollari.

Oracle però ha rifiutato quello che considera miseri bruscolini a fronte dei 2,6 miliardi richiesti, anche alla luce delle prove che stanno emergendo dal processo. Lo stesso giudice William Alsup che si occupa della causa tra le due compagnie è rimasto perplesso di fronte alla proposta di Google, che ha definito il comportamento di Google “una contrattazione in stile sovietico: ‘Ciò che è mio è mio, ciò che è tuo è negoziabile'”.

Eppure le intenzioni di Google sembravano buone: Conciliare con Oracle il “malinteso” utilizzando il modello teorico di Nash, quello sviluppato dal matematico protagonista del film “A beautiful mind”, un modello troppo complicato secondo il giudice che ha spiegato come “complesse formule matematiche ed equazioni sarebbero incomprensibili per il giurato medio”.

E’ interessante però comprendere ciò che si nasconde dietro al parziale “mea culpa” di Google. Anche  se Google vanta equità e criteri oggettivi nella promozione dei vari siti nelle sue ricerche, al momento è oggetto di due differenti indagini dell’antitrust americano ed europeo e anche di una commissione del Senato Usa:  tutti vogliono accertare se il motore di ricerche non favorisca utenti “facoltosi” o siti in cui ha un interesse particolare. La voglia di conciliazione appare allora sintomo di una coscienza non così immacolata, anzi sembrerebbe rivelare il presentimento del colosso del web di perdere una causa miliardaria.

Un presentimento che potrebbe divenire certezza se si considerano le mail interne della società informatica che rivelano come Larry Page e Sergey Brin, cofondatori di Google, fossero consapevoli del fatto che non fosse corretto utilizzare Java per Android senza regolare licenza. Questo è quanto riportato in una nota interna del dipendente Tim Lindholm, che spiegava come Page e Brin avessero chiesto di trovare una valida alternativa tecnica al Java da utilizzare nella programmazione del proprio sistema operativo, con tanto di risposta dei tecnici circa la “necessità di negoziare una licenza per Java”.

La posta in gioco per la compagnia di Montain View in caso di perdita con Oracle è dunque alta: non solo il rimborso miliardario per la licenza “crackata”, ma anche la necessità di trasformare Android da open source a software con licenza a pagamento, che comporterebbe una riduzione di affari per Google nel mercato degli smartphone, dove minaccia la posizione di Microsoft ed Apple, specialmente ora che Google ha acquistato Motorola alla cifra di 12,5 miliardi di dollari.