Antitrust Ue accusa, Google nega: “Concorrenza? Sanzioni? Non siamo d’accordo”

ROMA – “Non siamo d’accordo con le vostre conclusioni”. Google replica così alla decisione della Commissione Ue che l’accusa di abuso di posizione dominante. Per l’antitrust europeo il colosso di Mountain View deve porre rimedio alle violazioni della concorrenza di cui si è resa responsabile. Se non sarà Google a rimediare, sarà la stessa Commissione da Bruxelles a procedere con la normale procedura che “impone soluzioni e multe”, come spiega commissario per la concorrenza Joaquin Alumnia. Un ultimatum che Google e il presidente Eric Schmidt non devono aver molto apprezzato, tanto da negare in una nota l’accusa che gli è stata mossa.

Per la Commissione Ue il rischio di abuso di posizione dominante è reale: Google sarebbe a rischio sia come motore di ricerca, che come gestore della pubblicità online. Ma Google, dopo l’ultimatum di Alumnia, ha scritto in una nota: “Abbiamo solo dato un rapido sguardo agli argomenti della Commissione. Non siamo d’accordo con le conclusioni ma siamo aperti a discutere qualsiasi preoccupazione della Commissione. La competizione sul web è cresciuta drammaticamente negli ultimi due anni, da quando la Commissione ha cominciato ad esaminare il caso, e le pressioni competitive con cui Google si confronta sono enormi. Non c’è mai stata maggiore innovazione online”.

Google non ha dubbi: la sua non è concorrenza, né abuso di posizione dominante nella rete. Difficile però convincere la Commissione europea, che dopo due anni di indagini ha emesso il suo ultimatum. Fin troppo chiare le parole di Alumnia: “O ‘rimediate’ con vostre proposte operative in poche settimane, o sarà la Commissione Ue a farlo”. Se Alumnia ha “concesso” un ultimatum, non è stato così magnanimo l’Antitrust degli Stati Uniti, che contro la presunta concorrenza di Google ha sguinzagliato Beth A. Wilkinson, un “mastino” di avvocato esperta in controversie, (“litigator”) che come pubblico ministero incastrò l’attentatore di Oklahoma City. Schimdt è avvisato. La Ue è disposta a trattare, un atteggiamento che Google dovrebbe apprezzare.

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