Halvar Flake, l’hacker rivela: “Cyberguerra in corso per controllare la rete”

ROMA – Thomas Dullien, tedesco, 31 anni, meglio conosciuto come Halvar Flake, uno degli hacker più famosi del pianeta, ha rilasciato una lunga intervista a La Repubblica:

La cyberguerra esiste davvero? Negli ultimi giorni abbiamo letto di attacchi attribuiti a questi super hacker cinesi. Che ne pensi? “Cyberwarfare è l’estensione della politica attraverso altri mezzi. Prendiamo ad esempio Stuxnet (famosomalware che avrebbe sabotato una centrale in Iran e poi si è scoperto essere stato costruito da Usa e Israele, ndr): sabotare un presunto programma nucleare è guerra, sia pure esercitata attraverso dei worm. Quindi la cyber-guerra esiste. Penso che però sia importante distinguere fra guerra e intelligence/spionaggio. E la maggior parte di cose che vediamo pubblicamente al giorno d’oggi ricade in quest’ultime. La maggior parte degli attacchi è mirato a prendere delle informazioni, non sull’avere effetti fisicamente misurabili”. I giornali dipingono queste storie come dei film di Hollywood, è veramente così? “Non è quasi mai così.  È estremamente lungo come lavoro e non particolarmente emozionante da guardare”.  Quindi una sorta di cyberguerra è in corso? “Le varie nazioni si attaccano a vicenda sul piano informatico, incluse sia le aziende che operano nel settore della difesa che in quelle più ‘normali’. Quindi sì, sta succedendo”.

Thomas Dullien, alias Halvar Flake, è tra i massimi esperti di di reverse engineering, “ingegneria inversa”. Cosa vuol dire? Partendo da un software finito è in grado prima di studiarne e capirne il funzionamento poi di replicarlo, identico. A volta anche migliore cercando di capire i lati vulnerabili.

Come si comportano i media riguardo a questi temi?  “Ci sono buoni e cattivi reporter. Sono argomenti complessi e molto tecnici. Si finisce spesso nel cadere negli inganni, anche non voluti dai reporter generati magari da qualcuno che una volta che prende parola cerca di farsi auto-promozione (esperti di sicurezza che intervistati cercano di ingigantire le questioni, ndr). Penso che sia un campo piuttosto difficile”. Hai mai lavorato per un governo? “Certamente, sono stato consulente e insegnante. Bella esperienza. Ho conosciuto persone professionali che lavorano intensamente e non pensano solo al loro stipendio”.

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