ROMA – L’Istat presieduta da Enrico Giovannini batte un colpo contro l’insopprimibile tendenza a sparare numeri a caso, a fornire statistiche aggiustate per ogni evenienza, politica o corporativa che sia. Un doping informativo che Giovannini denuncia attraverso un intervento pubblico organizzato dalla rivista Il Mulino a Bologna (e ampiamente riportato su Il Fatto Quotidiano del 11 novembre). Invitato speciale per la lettura annuale, Giovannini ha intitolato la sua prolusione “Conoscere per decidere”, riferimento obbligato alla famosa formula di Luigi Einaudi, che assegnava alla conoscenza la primaria importanza per poter “deliberare”.
L’emergenza suicidi a seguito della crisi economica, un giovane su tre disoccupato, l’euro che ha lanciato l’inflazione al 20%, le infinite pillole statistiche che ogni giorno tempestano le redazioni di giornali poco attenti…Il presidente dell’Istat ne coglie il potenziale distruttivo per una buona formazione del giudizio in politica: “Le decisioni sul voto vengono prese con la pancia. Per questo si deformano i dati per creare panico e consenso”. La sollecitazione è a superare questa deriva di una copertura statistica praticamente h 24 che, basta solo un po’ di buon senso per capirlo, impedisce di selezionare, valutare, discernere: e infatti, il diluvio di dati, la troppa informazione non può che corrispondere al suo opposto, nessuna informazione.
Esempi negativi sono sotto gli occhi di tutti, ma serve uno sforzo supplementare di studio e attenzione per mettere a fuoco gli orrori meno digeribili. O le bufale acclarate, più grandi sono e più probabilità hanno di ritagliarsi un posto al sole sui media. L’istituto Eurispes, si inventò l’inflazione percepita, un po’ come succede per le temperature nel meteo. Nonostante un calo dello 0,5% tra i suicidi tra 2009 e 2010, l’istituto Eures stravolse i dati fino a presentare un’emergenza suicidi in concomitanza della crisi economica.
Affinché “conoscere per decidere” non divenga un’altra fra le tante “prediche inutili” (era il titolo del saggio di Einaudi), urgono rimedi immediati, consiglia Giovannini. Va introdotta nei quotidiani la figura dello “statistics editor”, un tecnico che sappia vagliare la plausibilità di certe statistiche e accertare la validità del metodo utilizzato. I 18 enti di statistica pubblici dovrebbero rispondere tutti all’Istat. I privati devono essere soggetti agli stessi vincoli cui si sottopone chi fa sondaggi. L’Istat deve valutare ex ante e ex post l’impatto di leggi e programmi elettorali, come fa il Central Planning Bureau in Olanda. Giovannini promette che si farà anche in Italia. Ma bisogna accelerare, le lezioni sono alle porte e la pancia è già tutta in subbuglio: riforniamola di un po’ di sano Malox di razionalità per rilassarla. Votiamo con la testa.
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