ROMA – In edicola arriva Pubblico e Luca Telese tira il conto delle prime copie vendute. “Domani avremo i dati ufficiali di vendita, ma secondo le proiezioni che hanno un margine di errore del 10% abbiamo venduto quasi la metà della tiratura. Quindi dovremmo aver venduto tra 49 mila e 56 mila copie”. Così il direttore di Pubblico, Luca Telese, commenta i primi risultati del quotidiano, all’esordio martedì in edicola.
“In redazione c’è euforia – racconta all’Ansa – Se domani i dati saranno confermati faremo i fuochi d’artificio. Con quasi nessuna pubblicità, facendoci conoscere nelle piazze, siamo riusciti a trovare lettori a dispetto della scetticismo di tutti quelli che pensavano che una sfida sulla carta stampata sarebbe stata fallimentare”.
”In redazione ci sono tanti giovani, nessuno raccomandato, alcuni ci hanno messo pure i soldi – prosegue –
E’ quello che ha scritto anche nel suo primo editoriale da direttore: “Saremo caustici con la politica per salvarla, non per distruggerla. Saremo spietati nel demolire l’Italia babbiona che uccide il merito, e appassionati nel ricostruire, cercando germogli sepolti nella neve”. Quello di oggi è “un grande risultato e lo abbiamo fatto senza finanziamento pubblico”. Telese annuncia, inoltre, per mercoledì ”uno scoop su un leader politico e su una cosa personale che lo riguarda”.
L’ex giornalista del Fatto Quotidiano, ha aperto il primo numero con con un pezzo, intitolato ‘Obtorto call’, dedicato alla vicenda di un call center. Una scelta non casuale, visto che, scrive ancora Telese, “questo giornale lo abbiamo imbandierato con colori antichi e idee nuove, per stare con i ragazzi dei call center, gli schiavi del terzo millenno che nel racconto dei media non hanno mai un volto”. Il quotidiano, prosegue il direttore, si schiera con quella che definisce “l’Italia a schiena dritta. L’abbiamo chiamata l’Italia del coraggio, l’Italia 2.0”.
“Stiamo con chi ha resistito a Marchionne, perché Marchionne era, e in questi anni lo abbiamo scritto, un trucco”, aggiunge Telese, specificando poi che il suo quotidiano “è Pubblico in tutto tranne che nei finanziamenti: perché vogliamo farcela con le nostre gambe, senza regalie”.