ROMA – La Fondazione Ugo Bordoni interviene nella discussione aperta da un’associazione di consumatori in merito al tema delle vendite telefoniche.
Un comunicato ricorda che la Fondazione è stata designata [dal ministero dello Sviluppo economico, cui è sottoposta] a realizzare e gestire il Registro pubblico delle opposizioni, istituito con il D.P.R. n. 178 del 7 settembre 2010 e attivo dal 31 gennaio 2011, per salvaguardare la privacy del cittadino e regolamentare l’attuale gestione del telemarketing.
Subito dopo il comunicato affronta il nodo centrale della questione: All’associazione di consumatori Adiconsum che, con alcune imprecisioni, in un comunicato stampa del 28 maggio auspica che la regolamentazione delle vendite a distanza sia rivista con tutti i soggetti coinvolti, consumatori inclusi, chiedendo al presidente del Consiglio Mario Monti di recepire al più presto la direttiva europea 2011/83/UE, la Fondazione Ugo Bordoni per quanto di sua competenza risponde che:
il protocollo d’intesa siglato tra la Fondazione e il Comitato di garanzia preposto all’osservanza del Codice di autoregolamentazione delle attività di telemarketing, varato da Assotelecomunicazioni – Asstel nel febbraio 2011 e sottoscritto dalle principali aziende di telecomunicazioni e energia, rappresenta una tutela maggiore dei diritti dei consumatori. La Fondazione non fa parte di suddetto Comitato e pertanto non è responsabile della mancata inclusione delle Associazioni di consumatori in esso;
Il presidente della Fondazione, l’avvocato Alessandro Luciano, ha ha fatto presente che: durante la propria attività lavorativa, ed in special modo durante l’incarico ricoperto di componente del Consiglio dell’AGCOM, ha sempre tenuto ottimi rapporti e la massima considerazione delle richieste delle Associazioni di consumatori. Ultimamente, da quando nominato, non ha mai ricevuto alcuna richiesta di incontro da parte loro; in ogni caso si impegna a incontrarle nei tempi più brevi. Va comunque notato che sia durante l’attuale presidenza, sia durante le precedente, la gestione del Registro pubblico delle opposizioni è sempre stata portata avanti dalla direzione preposta. L’unica azione intrapresa è stata la difesa dell’operato del Registro di fronte agli attacchi da parte dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali sul costo delle chiamate, fissato dal Ministero per lo sviluppo economico; anzi, quest’anno è intervenuta per una riduzione del 50%. Allo stesso tempo si registra invece che la stessa Autorità, preposta all’applicazione delle sanzioni, non le ha applicate se non in rarissimi casi.