L’Unità, editrice Nie in liquidazione. Cdr: “Comportamento inaccettabile”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Giugno 2014 - 20:48 OLTRE 6 MESI FA
L'Unità, editrice Nie in liquidazione

L’Unità, editrice Nie in liquidazione

ROMA – La casa editrice dell’Unità, Nie, è in liquidazione: l’assemblea straordinaria dei suoi soci ha proceduto alla nomina di un collegio di liquidatori per “massimizzare il valore degli asset societari”.

“Questa scelta non va intesa come la chiusura del giornale ma il suo esatto contrario”,

precisa il socio di maggioranza, Matteo Fago.

Ma il comitato di redazione del quotidiano fondato da Antonio Gramsci non la prende bene:

“Una proprietà che decide la messa in liquidazione della società editrice dell’Unità senza degnarsi di darne comunicazione puntuale e diretta alle rappresentanze sindacali e ai lavoratori, che da mesi si battono per garantire un futuro al vostro e nostro giornale e in difesa dei diritti e dei posti di lavoro di giornalisti e poligrafici. E’ un comportamento inaudito, inaccettabile, da padroni delle ferriere”.

“Prendiamo atto del comunicato che la società ha deciso di rendere pubblico e delle dichiarazioni dell’azionista Matteo Fago. Si tratta di un modo di procedere senza precedenti che rappresenta una gravissima violazione dei più elementari principi che regolano le relazioni sindacali. Quanto al merito, non c’è alcuna garanzia sul mantenimento degli impegni che Fago aveva assunto con la redazione. Così come mancano certezze sulla continuità delle pubblicazioni. Per questo lo sciopero delle firme prosegue, ed è convocata per oggi un’assemblea straordinaria dei giornalisti per decidere nuove iniziative di lotta”.

Di tutt’altro tenore le parole di Fago:

“La liquidazione della Nie rappresenta quindi un passaggio inevitabile e necessario per uscire da una crisi altrimenti irreversibile. Questa scelta non va intesa come la chiusura del giornale ma il suo esatto contrario. E’ necessario un ‘nuovo inizio’ sia dal punto di vista imprenditoriale che editoriale ed ideale. Risale, ormai, ad un anno e mezzo fa il mio ingresso nel capitale della Nie spa, prima come semplice azionista-sostenitore per evitare l’imminente chiusura, poi, a seguito di continue emergenze finanziarie, come socio di maggioranza. In tutto questo tempo, nonostante i diversi progetti ipotizzati e messi in campo, ho assistito al progressivo defilarsi degli altri “attori” e soci di questa impresa. Mi sono ritrovato, così, da solo, a sobbarcarmi di responsabilità finanziarie e anche politiche che, ad oggi, non sono più sostenibili”.

“Lo stato patrimoniale, finanziario e gestionale del giornale era ed è molto grave. Era quindi necessario prendere una decisione difficile di fronte ad una situazione ormai insostenibile: fallimento della Società e conseguente chiusura de l’Unità oppure cercare una soluzione finanziaria e organizzativa che permetta al giornale di continuare a esistere per non disperdere un patrimonio culturale, politico e sociale che da novant’anni presidia gli interessi e i valori dei lavoratori e delle classi meno agiate”.

Spiega Fago:

“Il progetto è che l’Unità non muoia ma, anzi, continui ad esistere e si sviluppi su solide basi finanziarie, imprenditoriali e gestionali, per esprimere le potenzialità, ancora in gran parte inespresse, di questa storica testata. E’ mio intendimento riportare l’Unità ad essere il punto di riferimento politico e culturale della Sinistra italiana, nelle sue diverse componenti, così come era nel progetto del suo fondatore, Antonio Gramsci, 90 anni fa. Sono convinto che un serio progetto editoriale trasparente, accompagnato da un preciso piano industriale e finanziario e da una nuova squadra alla guida dell’azienda, possa riuscire a superare una crisi drammatica e possa altresì trovare nel suo percorso alleati interessati a mantenere in vita una testata fondamentale per il pluralismo culturale e politico nel nostro Paese”.