Mentana grillino a sua…saputa. Ora anche nei servizi del Tg7

Mentana grillino a sua...saputa. Ora anche nei servizi del Tg7
Mentana grillino a sua…saputa. Ora anche nei servizi del Tg7

ROMA – Mentana, direttore, anima e protagonista del Tg e dell’informazione del network La7, se gli dici grillino un po’, solo un po’, ci rimane male. Non perché, tiene lui stesso a precisare al cronista di La Repubblica che lo intervista, ci sia niente di male ed essere e a pensar grillino. Lui, Mentana, se gli fai questa osservazione ci rimane male e un po’ si offende perché dichiara con orgoglio: “Io sono vergine di servo encomio e codardo oltraggio”.

Servo encomio e codardo oltraggio…una forma aulica e classica per definire chi ossequia per mestiere i potenti e lo fa al di sotto di ogni dignità e chi per ruolo attacca i perdenti, bastona il cane che affoga e si proclama impavido e sprezzante del pericolo. Mentana ha fatto buone letture, perfino questa citazione lo dimostra. Ed è sincero prima di tutto verso se stesso quando rivendica la sua estraneità al servo encomio e al codardo oltraggio, categorie entro le quali possono essere compresi buona parte degli operatori dell’informazione nel nostro paese (comunque la minoranza, i più non hanno letteralmente consapevolezza di quel che fanno e se peccano di encomio o oltraggio lo fanno, come usa dire, a loro insaputa).

E la carriera, la biografia professionale di Mentana non lo smentiscono in questa suo auto attestato di indipendenza, sostanziale indipendenza nel fare il suo lavoro. Non lo smentiscono anche se proprio tutto non confermano: qualche encomio molto ancillare ai tempi ci fu, ai tempi di Craxi e anche qualche encomio fu alla base della nomina a direttore e nella lunga conduzione del Tg5. Quantità fisiologiche di, diciamo così, encomi. E comunque contenute all’interno di una solida cornice di valida professionalità. Insomma Mentana è sempre stato giornalista bravo, tra i più bravi in tv, intelligente, pronto, vivace e onesto nel rapporto con i suoi telespettatori. Non mente, non inventa, non calunnia, non fa una strategia nel fare figli e figliasti, amici e nemici. Facessero tutto come lui per intenderci l’informazione in tv sarebbe certamente migliore.

E Mentana ha anche le sue idee, come è ovvio, naturale e giusto. Però, eccolo il però, da qualche tempo le idee di Mentana stanno diventando, sono diventate uno storytelling, una narrazione a tema del suo telegiornale. Si è cominciato, ha cominciato da una sottospecie del “codardo oltraggio” che ha preso la forma di un anti-renzismo tanto più intenso quanto più la fortuna e forza politica di Renzi declinava. Ma fin qui poteva essere anche solo fiuto giornalistico e un andar dove l’onda va, anche in termini di ascolti. Poi ci si è accorti, Mentana stesso si è accorto, che per questa via ritrovava un antico filone del suo pensare, del suo narrare.

E il filone è l’anti Palazzo. Una forma tutta giornalistica dell’anti politica? Mentana anti politico che di politica vive? Non scherziamo. Però il Mentana giornalista trova sua antica e attuale identità e ruolo nel giocare la parte di quello che sta contro il potere e i potenti. Sempre e con tutta evidenza. E ci tiene Mentana a mostrare che lui è anti Palazzo nonostante e proprio perché faccia il giornalista, anzi il direttore.

Su questa strada del potere ha sempre torto e cittadino quando torni a casa dagli un calcio nel sedere al potere anche se non sai perché lui lo sa…su questa strada l’incontro con M5S era ed è naturale. Un incontro che, ha ragione Mentana, non avviene sulla base di interessi, adesioni o schieramenti, avviene sulla base e in ragione di valori e cultura comuni. Mentana di suo, in tutta indipendenza e libertà, pensa grillino. Non solo perché, come dice lui stesso, “non comprendo il pregiudizio negativo verso forza del 25 e passa per cento…”. Non solo perché, ancora lui, “non comprendo lo stupore” per l’invito accettato a commemorare, in un convegno insieme a tanti altri, sabato prossimo Gianroberto Casaleggio. Pensa di fatto grillino perché ha deciso valga la pena di riassumere il mondo in Palazzo che sbaglia e gente che la vuole giusta. E non c’è dubbio che M5S sia qui e oggi il più lontano dal Palazzo.

Se ne sono accorti in parecchi di questo Mentana onestamente grillino, l’ultimo Giuliano Ferrara. E in fondo sarebbero legittimi fatti di Mentana, più che legittime scelte e pensieri. Come lecito è osservarli dall’esterno scelte e pensieri di uomini pubblici. Da un po’ però…

Da un po’ però anche nei servizi del telegiornale. E allora diventa altra cosa lo storytelling, diventa…Eccolo cosa diventa: direttore Mentana annuncia nel Tg aumento reddito disponibile italiani più 1,6 per cento come non succedeva da 14 anni. Ma, aggiunge e sottolinea, questi soldi in più disponibili non si sono tradotti in maggiori consumi. Lo sottolinea tre volte introducendo il tema, il servizio e lamentando si tratti quindi se non di aria proprio fritta di certo di soldi “fritti”, evaporati, teorici. Quindi arriva il servizio che ripete il mood, il “taglio” concordato con il direttore: più soldi disponibili per le famiglie ma gli italiani non ci stanno e non consumano. Ecco infatti le cifre fornite durante il servizio del Tg: reddito disponibile più 1,6 per cento, aumento finale dei consumi…più 1,3 per cento!

Le cifre smentiscono lo storytelling ma il Tg di Mentana resta più fedele allo storytelling anti governo che alle cifre. Mentana è attento, preparato e gran lavoratore, controlla e conduce il suo notiziario, sa quel che fa, è competente e quello del reddito e consumi è solo uno delle decine di esempi possibili di storytelling obbligato nel Tg de La7. E qui si vede come Mentana pensi grillino a sua…saputa. Sa quel che fa, infatti si schermisce ma non nega. Lo fa liberamente e a pieno diritto. Un solo neo: perché fa finta, perché finge la ritrosia come fanciulla corteggiata e già innamorata che dice no mentre il cuore le detta il sì?

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