ROMA – Augusto Minzolini chiede il reintegro alla direzione del Tg1. La notizia, già annunciata negli scorsi giorni, è diventata ufficiale nel pomeriggio di Santo Stefano quando con una nota i legali di Minzolini, gli avvocati Nicola Petracca e Federico Tedeschini rendono noto di aver ricevuto dal loro assistito un ”ampio mandato per procedere in sede giudiziaria, ed in via d’urgenza, al fine di ottenere anzitutto la sua reintegra nelle funzioni di direttore del Tg1”.
Minzolini è stato sostituito nei giorni scorsi in seguito all’inchiesta e al conseguente rinvio a giudizio per la vicenda delle spese con la carta di credito aziendale.
L’autodifesa su Radio 24. “Sono diventato un azzeccagarbugli, contro la mia natura. Mi hanno proposto di andare a New York, ma per ora non accetto nulla e vado avanti con il ricorso. Devi fare per forza così per difenderti, uso gli stessi metodi dell’azienda. Ora capisco Santoro con i suoi ricorsi e i tribunali. Ha fatto bene”.
Lo dice Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1 alla Zanzara su Radio24 parlando della sua ‘cacciata’ dal telegiornale principale di viale Mazzini. “Se me lo avessero chiesto – spiega Minzolini alla Zanzara – se ne poteva anche parlare, ma hanno applicato per la prima volta una norma che è inapplicabile solo per farmi fuori. Allora mi incazzo e divento un azzeccagarbugli”.
“Già sto pagando una pena – dice ancora alla Zanzara, Minzolini – perchè sono stato rinviato a giudizio, come il 97 per cento delle persone che passano dal tribunale di Roma, ma sono stato costretto ad andare via. Per questo la butto su questo piano”. Sulla carta di credito aziendale Minzolini dice: “Gli altri direttori prima di me non ce l’avevano, io l’ho chiesta come benefit compensativo perchè ce l’avevo anche alla Stampa”. Ma che bisogno avevi, visto lo stipendio, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo: “Guadagnavo come direttore 540mila euro all’anno, non molto di più rispetto alla Stampa ma con maggiori responsabilità. Erano spese di rappresentanza”.
E comunque “non ho mai chiesto un rimborso per le spese già sostenute con la carta di credito, sarebbe stata una truffa, questo sia chiaro” spiega Minzolini. “Per due anni nessuno mi ha detto niente – spiega ancora – perchè se qualcuno mi avesse chiesto di mettere i nomi dei miei ospiti lo avrei fatto. Ma il bello è che nessuno dei miei predecessori ha mai scritto un nome delle persone con cui andavano a pranzo e a cena. Hanno applicato alla lettera una circolare interna solo con me. E il colmo è che le spese di rappresentanza io alla fine le ho rimborsate mentre la Rai le ha scaricate fiscalmente. La Rai ci ha guadagnato, non è un paradosso?”.
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