MILANO – Momica Maggioni, presidente della Rai, ha parlato:
“Da quando siamo arrivati abbiamo garantito totale trasparenza e piena collaborazione con la magistratura. Ma quello che conta non è solo il piano giudiziario. Ora bisognerà cambiare alcuni comportamenti all’interno dell’azienda. Un’ azienda realmente sana si struttura solo su valore e professionalità, e in Rai ce n’è molta, mettendo al bando furbizie e scorciatoie. Premiando il merito e non livellando tutti verso il basso”,
ha detto Monica Maggioni in un’intervista al Corriere della Sera.
Subito c’è stata la reazione dei giornalisti, attraverso i due sindacati Fnsi (Federazione della Stampa, sindacato unitario di categoria) e Usigrai:
“Le riforme non si fanno a colpi di interviste. Né cancellando con un colpo di spugna i contratti nazionali di lavoro”,
hanno dichiarato, in una nota congiunta, il segretario generale e il presidente della FNSI, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani:
“Stupisce che Monica Maggioni, fino a pochi mesi fa direttore di Rainews 24, si lanci in una goffa esibizione muscolare in tema di riforma dell’informazione Rai, ignorando che fino a quando l’assetto delle testate giornalistiche Rai sarà quello attuale e, soprattutto, fino a quando ci sarà l’articolo 6 del contratto nazionale di lavoro giornalistico, l’ultima parola in tema di offerta informativa non potrà che spettare ai direttori responsabili.
“Si tratta di prerogative e poteri, previsti proprio nel contratto nazionale di lavoro, di cui la presidente Maggioni si è pienamente avvalsa quando era alla direzione di Rainews 24 e che adesso vorrebbe curiosamente ignorare, o peggio ancora cancellare, assegnando a una figura esterna alle singole testate, Carlo Verdelli, ruoli che risulterebbero impropri, illegittimi, oltre che pericolosi. Ferma restando l’autorevolezza di Carlo Verdelli, dalla presidente, dal consiglio di amministrazione e dall’amministratore delegato della Rai ci si aspettano non soluzioni destinate a rivelarsi scorciatoie inutili e dannose, ma l’avvio di un confronto, quanto mai urgente e indispensabile, sulla riforma radicale dell’informazione del servizio pubblico”.
Monica Maggioni, che, come le ricorda il Sindacato, un pezzo di quella Gazzetta del Palazzo ha redatto con grande impegno e diligenza fino a quando dal Palazzo qualcuno l’ha nominata presidente della Rai, non certo per il successo conseguito, visto che poteva vantare un misero 0,52% di share, ha detto con veemenza a Paolo Conti che la intervistava per il Corriere della Sera:
“Né Campo Dall’Orto né i siamo venuti qui per firmare una Gazzetta del Palazzo”.
Il sunto diffuso dalla agenzia Ansa riferisce anche della replica di Monica Maggioni alle critiche del premier Matteo Renzi:
“Bisogna capirsi su ciò che si intende per informazione. A volte ho l’impressione che tendiamo a cercare negatività a tutti i costi. E non è meno vero se a dirlo è Renzi. Penso che il servizio pubblico debba raccontare tutte le malefatte senza censure, meno che mai politiche. Ma che occorra anche indicare vie d’uscita, soluzioni, storie positive”.
Riferimento a Carlo Verdelli, nominato direttore editoriale, carica sulla quale nei giornali ci sono tante chiacchere ma poca esperienza e competenza. Basta ricordare che nemmeno Mario Lenzi, padre dei quotidiani locali dell’Espresso, come direttore editoriale potè interferire più di tanto in presenza di direttori strutturati e di provenienza diversa coome Alberto Statera e Sandra Bonsanti:
“Non si tratta certo di fare un tg unico. Con la sua autorevolezza, Carlo Verdelli avrà la parola definitiva e ultima sull’offerta informativa dei tg e degli approfondimenti. L’obiettivo è la costruzione di un marchio Rai declinabile nelle varie testate togliendo di mezzo un equivoco: che la concorrenza debba avvenire all’interno della Rai”, spiega Maggioni. “La presenza di un numero 1 come Verdelli mi tranquillizza”.
Il canone dovrebbe portare più denaro nelle casse della Rai:
“Se ci saranno risorse aggiuntive saranno destinate alla scommessa più difficile: entrare in contatto col pubblico dai 15 ai 35 anni. Per parlare davvero a tutti, la Rai deve essere anche sexy, per dirla all’anglosassone, cioè appetibile, attraente, piena di contenuti per tutte le fasce di pubblico”.
Sull’incidente di Capodanno,
“Se qualcuno ha voluto anticipare il brindisi per far vincere la Rai negli ascolti ci saranno conseguenze molto pesanti”.