Oracle e Google, “blogger e consulenti pagati per parlarne bene”

Google e Oracle avrebbero pagato blogger, giornalisti, consulenti e ricercatori per esprimere pareri positivi: è l’accusa del tribunale che dovrà giudicare sulla causa intentata da Oracle contro Google per violazione del copyright.
Larry Page (Foto Lapresse)

LOS ANGELES – Oracle e Google avrebbero pagato giornalisti, blogger, consulenti e ricercatori per esprimere giudizi positivi sulle rispettive aziende. Lo sostiene il giudici William Alsup, che si sta occupando della causa intentata da Oracle contro Google per violazione dei brevetti del linguaggio Java (sviluppato da Oracle) nel sistema operativo mobile Android.

Le due società hanno presentato al giudice le proprie “shill list”, cioè le liste dei consulenti, giornalisti, blogger e altro che hanno parlato bene dell’azienda senza rivelare che avevano con questa un rapporto economico.

Tutto nasce dalla causa fatta da Oracle a Google per diversi milioni di dollari. Secondo Oracle, Google avrebbe violato il copyright di Java per usarlo nel sistema Android.

Il giudice Aslup si è detto “preoccupato” dall’influenza avuta da alcuni dei consulenti delle due aziende sul mondo finanziario. Si legge nell’ordinanza: “La corte è preoccupata che le parti o i loro avvocati possano avere pagato autori della carta stampata o di internet, giornalisti, commentatori o blogger che hanno pubblicato commenti sulle questioni del caso”.

Presentando le liste sia Google sia Oracle hanno specificato di non aver pagato nessuno per esprimere giudizi positivi. Oracle ha fatto il nome di Florian Mueller, titolare del blog Floss Patents, dicendo che è stata pagata per consulenze in ambito di concorrenza e copyright, nonostante non sia un avvocato.

Oracle sostiene che Google si sia creata una rete di persone influenti e dalla propria parte attraverso le donazioni.

 

 

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