Rai, Campo Dall’Orto, viale del tramonto: dimissioni o sfiducia del cda?

Rai, Campo Dall'Orto verso le dimissioni? Renzi dovrà scegliere
Rai, Campo Dall’Orto verso le dimissioni? Renzi dovrà scegliere

ROMA – Mentre infuria la polemica tra Franco Siddi e Carlo Verdelli, scricchiolano i piani alti a Viale Mazzini. Voci sempre più insistenti danno il dg Rai Antonio Campo Dall’Orto sulla via delle dimissioni, ma lui, assicurano i sodali, per ora resiste. Se ci riescono, lo devono sfiduciare e la resa dei conti potrebbe arrivare già nel prossimo Cda del 4 maggio.

Ad esacerbare gli animi, in mezzo è esploso pure il caso Report, dopo la puntata sul vaccino contro il papilloma virus. Ma è chiaro a tutti, ormai, che sul banco degli imputati insieme con i responsabili della storica trasmissione, ci siano i vertici Rai, a partire dal dg Dall’Orto. E’ il crepuscolo della Rai renziana, quella che l’ex premier aveva messo nelle mani del manager per “liberarla” dalla fiocina dei partiti. Tranne lui.

La crisi tra i due va avanti da mesi e forse con l’addio di Carlo Verdelli, il giornalista che avrebbe dovuto ridisegnare l’informazione televisiva pubblica, ha raggiunto il suo acme. Poi c’è stata l’ultima riunione del Cda.

Sei consiglieri su nove hanno assunto posizioni problematiche riguardo al piano di produzione. E ieri il consigliere centrista Paolo Messa ha consegnato alla Commissione di Vigilanza un dossier piuttosto critico sull’attuale governance. In mezzo ci sono anche i rilievi mossi dall’ Anac, nei confronti della Rai. Campo Dall’Orto ha sempre scelto di ignorare le richieste dell’Autorità di Raffaele Cantone che gli contestava alcune nomine illegittime, senza le procedure di gara previste dallo statuto della tv pubblica.

Dal canto suo Renzi, che avrà voce in capitolo solo dopo una eventuale rielezione a segretario Pd, si troverà dunque nella scomoda posizione di dover scegliere: lasciare che il siluramento di Campo Dall’Orto giunga a compimento oppure riaprire il dialogo. Nel primo caso, rischierebbe di andare in campagna elettorale con una Rai in favore dei grillini. E’ più probabile dunque che scelga la seconda. Tutto sarà più chiaro dopo il Cda del 4 maggio, dal quale Campo Dall’Orto potrebbe uscire dimissionario. Ma sarebbe una scelta piuttosto azzardata: trovare un sostituto a breve e in grado di conquistare  la maggioranza dei voti in un Cda politicamente frastagliato, sarebbe una missione impossibile.

Nella polemica accesa da Carlo Verdelli si registra una lettera di otto consiglieri Rai su nove (si è astenuta la presidentessa Maggioni per il ruolo istituzionale) a Corriere della Sera e Repubblica per dare

 

“un contributo di chiarezza rispetto alle vicende, spesso travagliate, che riguardano la Rai. Le dimissioni di Carlo Verdelli sono avvenute il 3 gennaio di quest’anno alla conclusione di un Consiglio di Amministrazione informale.
La riunione era stata voluta proprio per affrontare i temi del Piano editoriale senza la tagliola di decisioni da prendere o di valutazioni che restassero impresse senza possibilità di ulteriori considerazioni ed approfondimenti.

“La presenza o meno di Verdelli alla riunione era un tema di opportunità rispetto al quale il direttore generale ha avuto la prima e l’ultima parola senza che vi fossero veti da parte di alcun componente del Consiglio di Amministrazione.

“La discussione nel merito del Piano invece è stata franca e orientata al merito dei contenuti che erano stati proposti. Erano emersi apprezzamenti strutturati così come non erano mancate posizioni critiche, soprattutto legate alla sensazione di trovarsi di fronte a un disegno editoriale e non anche ad un piano organizzativo e industriale sostenibile.

“In ogni caso, mai nessuno ha voluto giudicare la dedizione professionale e personale di Carlo Verdelli.
La decisione di Campo Dall’Orto di ritirare il Piano è stata frutto di una sua valutazione a valle del dibattito consiliare. La politica ed i partiti possono avere molte colpe da dover espiare ma in questo caso rischiano di essere semplicemente un alibi che non regge di fronte alla forza dei fatti realmente accaduti”

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