Rai. Luigi Gubitosi vuol tagliare i Tg Regionali. Dg di Monti versus Pluralismo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Luglio 2014 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA
Rai. Luigi Gubitosi vuol tagliare i Tg Regionali. Dg di Monti versus Pluralismo

Rai. Luigi Gubitosi vuol tagliare i Tg Regionali. Dg di Monti versus Pluralismo

ROMA – Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai messo lì da Mario Monti, è sotto attacco per il disastro fatto nella vendita della pubblicità. Dopo mesi di denunce, se ne sono accorti anche i grandi, Mediaset, Rcs e Gruppo Espresso. Come ha scritto Dagospia, “non è un segreto che Biscione, Rcs e Manzoni siano allibite per come Luigi Gubitosi ha gestito la vendita degli spazi pubblicitari dei Mondiali brasiliani”. Forse per distogliere l’attenzione, Gubitosi ha affidato ad Aldo Fontanarosa di Repubblica, cui ha illustrato i suoi piani, una azione tanto diversiva (in forma di intervista), quanto priva di fondamento editoriale.

Se la spagnola Tve, la tedesca Ard-Zdf e la mitica Bbc hanno una direzione centralizzata delle news, con un solo giornalista a capo di tutta l’informazione, perché mai non provarci anche in Italia, alla Rai? Poi il direttore generale della nostra televisione di Stato – e lo staff di tre collaboratori che lavora con lui alla questione – ha preso atto degli ostacoli anche logistici che sono sul terreno. Per ora, invalicabili.

Le forze giornalistiche della Rai sono dislocate a Saxa Rubra, a Roma, in 7 diverse palazzine che poco hanno a che vedere con l’avveniristica sede unica dell’inglese Bbc (a Portland Place, Londra). Dunque – se questi sono gli spazi – è impossibile per la Rai sognare redazioni o direzioni unitarie. Eppure Gubitosi non si arrende e chiede un consiglio di amministrazione straordinario, mercoledì 23 luglio, per esporre la sua riforma. Una cosa non rivoluzionaria forse, ma realistica. Che parte dalle edizioni dei telegiornali. (Aldo Fontanarosa, La Repubblica)

Non è uno scherzo:

Un gruppo di 4 persone, dunque, lavora alla riforma. Oltre al dg Gubitosi, la task force conta sul direttore delle Risorse Umane Fiorespino, sul direttore dello Sviluppo Strategico Nardello, infine su Nino Rizzo Nervo, ex consigliere oggi presidente del Centro per la Formazione in giornalismo radiotelevisivo (è la Scuola di Perugia). (Aldo Fontanarosa, La Repubblica)

La data del consiglio straordinario, alla vigilia della chiusura nazionale d’agosto, è sospetta, il ragionamento è da ragioniere:

Tg1, Tg2 e Tg3 producono 21 telegiornali ogni giorno. Troppe, anche alla luce delle medie europee. Saranno ridotte fino al 30% (ma sulle dimensioni dell’intervento servirà il via libera dei consiglieri). Le attuali continue edizioni di Tg1, Tg2 e Tg3 hanno ucciso in culla il canale di sole notizie Rai News 24. Se uno trova un telegiornale ogni 5 minuti sulle reti principali, che bisogno ha di accendere Rai News? Questo canale – malgrado gli sforzi del direttore Monica Maggioni – viene accreditato di un ascolto medio, di uno share dello 0,57% nei primi 6 mesi del 2014 (fonte, Barometro). (Aldo Fontanarosa, La Repubblica)

Due fatti dimenticano Gubitosi e Fontanarosa: la concorrenza di Sky, che alle spalle ha un colosso mondiale; la struttura della Rai imposta dalla sua natura di servizio pubblico. La Rai deve riflettere le tendenze politiche prevalenti in Italia, una volta lo chiamavano pluralismo. Se non mi piace Repubblica leggo il Corriere, se non mi piace il Tg1 vado sul Tg3.
Ma questi sono ragionamenti da vecchi cultori della democrazia:

L’obiettivo di Gubitosi è di portare il canale ai livelli di gradimento dei “cugini” europei (Bbc World il modello), grazie anche a una collocazione diversa sul telecomando (oggi il numero 48 è un ulteriore handicap). In prospettiva, se i soldi in cassa lo permetteranno, Rai News 24 verrà sdoppiato, con una redazione irradiata solo all’estero e in inglese (France Télévision parla al mondo in tre lingue: inglese appunto, arabo e francese). Non è nei piani del direttore generale fondere Rai News 24 con il Tg2. La voce che circola è infondata.

Gubitosi punta anche a ridurre le testate giornalistiche (oggi sono 8) fino a un massimo di 4 o 5. E anche le relative redazioni saranno accorpate. Ma nessuno dei marchi storici sparirà. Se l’azienda – ad esempio – dovesse unire i giornalisti di Tg1 e Tg2, comunque questo corpo redazionale unico produrrà le edizioni del Tg1 e del Tg2. (Aldo Fontanarosa, La Repubblica)

Le righe che seguono dovrebbero gettare nel panico ogni persona che ha a cuore l’informazione televisiva in Italia:

Attenzione, la filosofia editoriale dei telegiornali dovrà cambiare. Non è possibile che tutti i tg diano notizie su tutto, quasi facessero capo a un editore differente. L’informazione delle varie reti dovrà caratterizzarsi, dunque. Il Tg1 darà notizie ad ampio raggio, il Tg2 accentuerà la sua vocazione per il costume e le tendenze sociali mentre il Tg3 andrà verso il sociale e gli esteri. Gubitosi chiederà ai cronisti, inoltre, di mettersi alle spalle l’anima democristiana, socialista e comunista che venne loro assegnata in un’epoca ormai chiusa e lontanissima. La Rai, infine, tratterà con i sindacati su multimedialità e flessibilità. Ogni giornalista, se necessario, dovrà lavorare per qualsiasi testata dell’azienda senza se e senza ma; e userà la telecamera o lo smartphone per filmare mentre la funzione di ripresa oggi è riservata all’operatore. (Aldo Fontanarosa, La Repubblica)

Vien da chiedersi se Luigi Gubitosi non lo faccia apposta per farsi cacciare e uscire da martire.