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Rcs, Della Valle: “Passo indietro”. Ma chi si farà avanti, buco di 400 milioni?

di Marco Benedetto |9 Luglio 2013 13:13

Pur avendo un debole per Diego Della Valle, il Fatto quotidiano ha preso con meno passione di Repubblica la sortita anti Fiat di Diego Della Valle, piccato perché il tanto disprezzato John Elkann lo ha spiazzato (più bello in inglese, outsmarted, sulla incetta dei diritti inoptati dell’aumento di capitale).

Anzi, dalla cronaca di Stefano Feltri,traspare un minimo di perplessità. Non solo nel titolo:

“Rcs, ora Della Valle chiede aiuto al Quirinale. L’imprenditore sollecita un intervento per evitare che Fiat prenda il controllo del Corriere”,

ma anche nel racconto del comportamento erratico di Della Valle:

“Diego Della Valle ha cambiato idea: giovedì scorso convoca un’improvvisa conferenza stampa a Milano e lancia la sfida alla Fiat di John Elkann per il controllo del Corriere della Sera. Poi attacca il capo dello Stato Giorgio Napolitano che aveva risposto alla telefonata” di Elkann. Si è improvvisamente arrivati al. “cambio radicale di tattica: Della Valle scrive una lettera al Quirinale per denunciare che “è in pericolo la libertà di opinione di un pezzo importante della stampa italiana”.

La lettera di Diego Della Valle, nota Stefano Feltri, perplesso, ha toni inusuali per un appello al capo dello Stato, quasi ultimativi”.

Ora sta per avere inizio

“l’asta per il cosiddetto “inoptato”, cioè la sfida per aggiudicarsi quel 15 per cento del capitale ancora da assegnare. Diego Della Valle, che parte dall’8,81 per cento, spendendo abbastanza potrebbe superare la Fiat che, però, non starà a guardare”.

Il distacco di Stefano Feltri arriva alla sensazione di bizzarro alla fine dell’articolo:

“C’è un passaggio difficile da decodificare nella lettera di Della Valle, rivolto non al Quirinale ma agli altri protagonisti della partita”.

Le parole di Della Valle sono:

“Sarebbe necessario che noi tutti, il gruppo che io rappresento, la Fiat, Intesa e Mediobanca, invece di rafforzare le nostre posizioni, facciamo un passo indietro e lasciamo completamente l’azionariato di Rcs liberandolo così da tutte le vecchie polemiche e da tutte le dietrologie di ogni tipo”.

Nota Stefano Feltri:

“A beneficio di chi non è chiaro, visto che non c’è la fila per entrare in una società che, anche dopo l’aumento di capitale da 400 milioni, sarà ben lontana dalla tranquillità. Visto che, come ha denunciato proprio un rappresentante di Della Valle nella recente assemblea dei soci, il piano industriale è favorevole soprattutto alle banche creditrici ma non risolve i problemi”.

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