Rcs, crisi senza fine: 800 esuberi, 10 periodici da chiudere. Corriere trasloca

MILANO – Rcs in crisi: 800 esuberi, almeno 10 periodici da dare via o chiudere. E il Corriere della Sera dovrà lasciare la sede storica di via Solferino, a Milano. La notizia è stata data da Pietro Scott Jovane, ad del gruppo editoriale Rcs.  I magazine coinvolti sono: A, Bravacasa, Yacht & Sail, Max, Europeo, Astra, Novella, Visto, Ok Salute e il polo dell’enigmistica

Degli  800 esuberi annunciati, 600 sono previsti in Italia tra personale giornalistico e non. Il gruppo intende vendere o chiudere 10 testate di Rcs Periodici e spostare in via Rizzoli le sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport.

Gli 800 esuberi annunciati dai vertici Rcs alla rappresentanza sindacale si confrontano con un organico del gruppo pari a circa 5 mila dipendenti. L’azienda non ha annunciato nel dettaglio le ricadute dei previsti tagli a livello delle singole divisioni

Inoltre, nell’incontro tra i vertici di Rcs Mediagroup e il Comitato aziendale europeo è stata annunciata una riduzione del 10% dei compensi del presidente Angelo Provasoli, dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e dei collaboratori diretti.

Preoccupata la reazione di Vincenzo Vita, senatore del Pd e vicepresidente della commissione Cultura del Senato: “La pesantissima crisi che sta investendo il gruppo RCS apre uno squarcio drammatico sulla situazione reale del mondo dell’editoria italiana. La vicenda è gravissima e mette in discussione la vita e il lavoro di tante persone. Si può temere, in verità, che il dramma non sia limitato a un solo gruppo. Da tempo stiamo dicendo che se non si fa una scelta strategica, istituendo un vero e proprio fondo straordinario per la libertà di informazione, il sistema arriverà al passaggio definitivo dell’era tecnologica con una quantità impressionante di crisi aziendali. Si tratta di un fondo straordinario, che potrebbe trarre almeno una parte delle risorse dall’indifferibile asta delle frequenze televisive, da immaginare come un superamento dell’attuale stiracchiatissimo fondo per l’Editoria. Così come è indispensabile un intervento sugli ammortizzatori sociali, prima che sia troppo tardi”.

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