Rcs, patto di sindacato. Pesenti: “Riunione proficua”

Rcs, incontro del patto di sindacato

MILANO – Quella di lunedì 8 aprile è stata una riunione ”proficua senz’altro” per il Patto di sindacato di Rcs MediaGrou. Così almeno afferma Giampiero Pesenti, presidente dell’accordo che esclude per altro uno scioglimento anticipato dell’accordo parasociale (”no, non credo”, ha detto).

I grandi soci del Corriere si sono riuniti per quasi quattro ore  nella sede del gruppo in centro a Milano, ascoltando un’articolata presentazione del piano industriale dell’a.d. Pietro Scott Jovane. Alla fine l’appuntamento si è svolto in un buon clima e sembra aver convinto alcuni degli incerti. Ci dovrebbero essere insomma meno defezioni tra i ‘pattisti’ sulla sottoscrizione dell’aumento rispetto a quanto ipotizzato inizialmente.

Le singole adesioni all’operazione da parte dei soci, secondo le attese, dovranno ora venir formalizzate al presidente della società, Angelo Provasoli, entro venerdì. Il tutto, in vista del consiglio campale di domenica 14 aprile che dovrà completare i lavori sull’aumento e la ristrutturazione del debito, approvando il bilancio 2012. Non sembra invece per ora già confermata l’attesa della vigilia che vedeva il patto pronto a far fronte al proprio interno ad eventuali defezioni all’operazione, facendosi comunque carico dell’intera quota del 58% spettante. Si vedrà.

Oltre ai primi due azionisti, Mediobanca e Fiat, si iniziano comunque a dare ora per più chiare ad esempio le adesioni all’operazione della Italmobiliare dei Pesenti, o di Fondiaria Sai. Per la compagnia, tra l’altro, oggi ha debuttato nel patto il presidente Unipol Pierluigi Stefanini. Viene conteggiata tra gli aderenti anche Pirelli, mentre Giuseppe Lucchini ha gia’ dato per primo il proprio via libera all’operazione. Prima del patto, tra l’altro, si sono riuniti in Mediobanca, secondo quanto riporta l’Ansa, il presidente Fiat John Elkann, il presidente Mediobanca Renato Pagliaro, il numero uno di Pirelli Marco Tronchetti Provera e Lucchini.

Una precedente riunione di alcuni dei grandi soci, con le banche creditrici e i vertici della società, era servita venerdì a sbloccare sostanzialmente la situazione. Centrale in questa svolta è stato il ruolo svolto dal presidente Intesa Giovanni Bazoli, che pure lunedì era assente al patto, visto che aveva già preso in precedenza un appuntamento a Venezia per i lavori della Fondazione Cini.

Per la cronaca, prima della fine del patto si è dovuto assentare per lavoro anche Marco Tronchetti Provera, e quasi all’ultimo ha lasciato la sede Rcs in via San Marco anche Elkann, impegnato domani con l’assemblea Fiat, dove potrebbe per altro dare qualche indicazione anche sulla linea del gruppo di Torino rispetto a Rcs.

Martedì pomeriggio ci sarà anche un Cda Mediobanca sul tema, dopo una riunione già lunedì del comitato parti correlate.

Sarebbero invece ancora in corso le valutazioni sull’aumento da parte di Generali, dove per altro l’A.d Mario Greco si è impegnato a valutare ogni singola partecipazione della compagnia solo in un’ottica di opportunità dell’investimento. Il piano di Jovane sembra comunque esser stato apprezzato dai soci del patto. Per gli azionisti dell’accordo sindacato, tra l’altro, era la prima occasione di interazione con l’A.d dopo molto tempo.

L’aumento di capitale per 400 milioni che la società dovrà realizzare entro luglio dovrebbe per il resto vedere un intervento delle banche creditrici anche a garanzia dell’operazione, secondo le attese pro-quota rispetto alle singole esposizioni.

Nel patto non è attesa la partecipazione all’aumento di Merloni. Tra i soci fuori patto, invece, sembra che stia prendendo piede l’ipotesi di un’adesione anche di Diego Della Valle. E’ invece ormai certo che non parteciperanno i Benetton.

Per Rcs, secondo quanto si apprende da fonti vicine all’azionariato, si apre ora una seconda fase, volta a definire una svolta da qui a giugno e prima della partenza concreta della ricapitalizzazione. Il primo azionista Mediobanca, assieme agli altri soci, e’ infatti al lavoro per cambiare lo status quo identificando un nuovo assetto societario. L’intenzione sarebbe in pratica di affidare il gruppo editoriale a un unico editore, si vedrà poi se e come anche affiancato dalla truppa dei soci storici. Alcune ipotesi circolate hanno chiamato in causa per un possibile ruolo l’imprenditore di Investindustrial Andrea Bonomi: si tratterebbe di un nome non improbabile, anche se al momento solo di una delle ipotesi in una valutazione complessiva che è solo agli inizi.

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