ROMA – Repubblica prima in edicola a marzo. Ogni giornale si vede il più bello del reame. Quale è il giornale più comprato in Italia? Almeno tre testate, Repubblica, il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore, si contendono il titolo e, anche se più comprato non vuole dire necessariamente più letto, lo fanno sostenendo le rispettive ragioni dalle loro stesse colonne.
“Il Sole rafforza il primato digitale” (Sole 24 Ore); “Carta e digitale, il Corriere conferma la leadership” (Corriere della Sera); “Repubblica sempre in testa nelle vendite in edicola” (La Repubblica”): ogni quotidiano si vede come il più bello, il più venduto, il più diffuso d’Italia.
In realtà, per i quotidiani italiani il mese di marzo ha fatto segnare un arretramento nella diffusione dell’1,5% rispetto a febbraio 2014 (guarda qui), una frenata in controtendenza con l’andamento positivo iniziato a gennaio e che non è stata compensata nemmeno dal +0,6% delle copie digitali diffuse in media ogni giorno (abbonamenti compresi). Il confronto, fatto da Italia Oggi, non è però omogeneo, perché non tiene conto della stagionalità e anche le notizie del mese possono avere influito.
Quel che appare desolante e al tempo stesso confortante dal tabellone, che Italia Oggi ha pubblicato come ogni mese, con tirature diffusioni e vendite di tutti i quotidiani italiani è il calo generalizzato, più grave per i giornali nazionali, variato per quelli locali. Nel giudizio deve sempre entrare il fatto che i giornali costano sempre di più, oggi sono arrivati, senza supplementi, a 1,30 euro, cioè dal 30 al 40% in più rispetto alla tazza di caffé, secondo le città e le zone. Inesorabilmente, da quando esistono i giornali, il rapporto prezzo di copertina/caffé è stato un parametro empirico ma molto efficace.
Rispetto ai tempi d’oro, gli anni ’80, quando Repubblica e il Corriere della Sera se la battevano oltre la soglia delle 700 mila copie vendute ogni giorno e il monopolio del Sole 24 Ore non era ancora insidiato da internet, il calo più sensibile lo hanno avuto proprio loro i giornali nazionali, che oggi vendono in edicola un terzo di 30 anni fa.
Per i giornali locali, complessivamente calati meno dei nazionali, da metà a un terzo il calo rispetto agli anni di maggior gloria, nel conto si deve mettere anche la coerenza politica con il territorio: il Piccolo e l’Alto Adige a Trieste e Bolzano sono poco in sintonia con l’umore della gente, così come Resto del Carlino e Nazione nelle ex regioni rosse Emilia Romagna e Toscana.
Ma i dati forniti da Ads, Accertamento Diffusione Stampa (che aggregano copie vendute in edicola, copie digitali e abbonamenti cui si applichi uno sconto massimo del 30%) non sono di facile lettura, al punto che i giornali più importanti, come la matrigna di Biancaneve, si specchiano sui dati Ads enfatizzando quelli che gli garantiscano il primato della bellezza nel reame.
In edicola è Repubblica il più venduto. E’ il riscontro più significativo: cosa chiede in edicola il lettore, cosa sceglie. E’ anche il parametro più affidabile scelto dagli inserzionisti pubblicitari. In questo caso La Repubblica vince la prova-giornalaio: a marzo le copie acquistate sono state 264.079, contro le 257.110 del concorrente storico, il Corriere della Sera. Il distacco non è abissale, ma sembra consolidato. Terza con 207.486 copie La Gazzetta dello Sport del lunedì (ma negli altri giorni della settimana la media è 173.747 copie). Quindi La Stampa con 168.656 copie.
Diffusione cartaceo+digitale, Corriere della Sera primo. Mettendo insieme copie vendute in edicola e copie digitali, è il Corriere della Sera il quotidiano più diffuso con 455mila copie giornaliere a marzo (ha perso però 13mila copie rispetto a febbraio). Seconda è Repubblica con 367mila copie, terzo Il Sole 24 Ore con 362mila.
Digitale, vince Il Sole 24 Ore. Con 170mila copie digitali Il Sole 24 Ore rafforza il primato digitale (cresce del 3,2% da febbraio e del 25% dal 2013). Seguono Il Corriere della Sera con 94856 copie e La Repubblica con 60.249. Va detto che nel computo delle vendite digitali vanno escluse le copie vendute con uno sconto superiore del 30% di quello medio di copertina e del 50% se la copia è venduta con l’abbinamento carta+digitale.