Repubblica. Sciopero dei giornalisti e De Benedetti, attacchi da destra

Repubblica. Sciopero dei giornalisti e De Benedetti nel mirino della destra
Rodolfo De Benedetti: non c’è trippa per i giornalisti di Repubblica

Lo sciopero dei giornalisti di Repubblica, che non ha fatto uscire il quotidiano il 21 settembre 2013, ha dato lo spunto ad articoli molto poco solidali e da colleghi sui quotidiano filo Berlusconi.

Il Giornale ha collegato lo sciopero ai soldi che Berlusconi deve pagare alla Cir ormai di Rodolfo De Benedetti (il padre, Carlo, ha vinto la causa, si prende gli insulti ma non ha più voce in capitolo) una parte dei quali dovrebbe servire a attenuare le pene finanziarie del Gruppo Espresso, di cui Repubblica fa parte, pensiero che non sembra nemmeno sfiorare la mente dei De Benedetti, Carlo, il padre, e Rodolfo, il figlio, ormai vero padrone dell’azienda, che per quel denaro ha altre destinazioni, a cominciare dai problemi causati da Tirreno Power, della controllata Sorgenia.

Libero ha preso di mira il comitato di redazione di Repubblica, riportando gli sfottò dei lettori del quotidiano, in calce al comunicato di sciopero, verso le pretese dei giornalisti di passare indenni attraverso la recessione che ha colpito tutti gli italiani. Libero riporta anche veri e propri insulti:

«Ben vi sta tutti a casa», «andate a zappare», «siete la vergogna del giornalismo italiano»

Proprio il Giornale del fratello Paolo Berlusconi ha iniziato, lo stesso giorno di sabato, con uno sfottò che non si giustifica se non con l’amarezza provocata dalla sentenza della Corte di Cassazione sul lodo Mondadori che è costata a Silvio Berlusconi 494 milioni di euro nominalmente a favore del suo arcirivale, Carlo De Benedetti, che però si è ormai spogliato di ogni potere, azionario ed esecutivo, nel Gruppo Cir.

Il titolo è sfottente:

“Il risarcimento per il Lodo Mondadori. L’Ingegnere si tiene il bottino e «Repubblica» fa sciopero.

Il quotidiano oggi non è in edicola: l’azienda non vuole rivedere il piano per 80 esuberi nonostante i 494 milioni che Fininvest ha versato a Cir”.

In realtà lo aveva già scritto Libero il 20 settembre:

“Le speranze dei lavoratori erano state spente dal presidente del gruppo Espresso proprio all’indomani della sentenza: “Questa cifra è destinata alla Cir e non a me, neanche indirettamente, avendo recentemente donato ai miei tre figli il controllo del Gruppo” aveva dichiarato De Benedetti”.

Il testo consegue:

“I soldi di Berlusconi non arri­veranno. Carlo De Benedetti se li tiene stretti. E la Repubblica fa sciopero: oggi il quotidiano non è in edicola e in cantiere ci sono già altri 10 giorni di agita­zione. Al gruppo Espresso-La Repubblica ci avevano fatto conto: con i 494 milioni che la Corte di Cassazione ha definiti­vamente imposto alla Finin­vest di versare alla Cir di Carlo De Benedetti,i giornalisti e i po­ligrafici del­la Repubblica pensa­vano che l’editore De Benedet­ti avrebbe potuto tornare sui suoi passi e rivedere il progetto appena annunciato di 80 pre­pensionamenti su 440 redatto­ri. Lo avevano addirittura scrit­to sul loro giornale, con un co­municato del cdr ( la rappresen­tanza sindacale dei giornali­sti). Invece niente.

“Servono 30 milioni, e 13 ,9 di questi sono stati indivi­duati nei tagli ai giornalisti: 81 prepensionamenti.

“Poi è arrivato il Lodo Mondado­ri, con la sentenza di Cassazio­ne e i 494 milioni in più nella cas­se Cir (che controlla il gruppo). Ma l’azienda non ha voluto cambiare programmi, anzi iniziando le pro­cedure per la richiesta dello sta­to di crisi.

“Il confronto è anche giocato sui numeri. Non solo sui 494 mi­lioni di Berlusconi. Ma anche sui dividendi (oltre 120 milio­ni), che Repubblica ha versato a Cir e dunque all’Ingegnere ne­gli ultimi 5 anni. E pare anche su una multa di 220 milioni, commina­ta al gruppo in seguito a operazioni irregolari svolte sui titoli e sui divi­dendi, che però pesa sul bilancio del grup­po. Un procedimento in attesa di giudizio de­finitivo.

“Tutto questo messo insieme, per i di­pendenti di Repubbli­ca , giustificherebbe un atteggi­a­mento perlomeno più collabo­rativo­nei confronti di una reda­zione alla quale si chiedono og­gi sacrifici. Tanto più ora che ci sono i soldi di Berlusconi. Alme­no si conoscessero i piani indu­striali: la stessa accusa rivolta dai giornalisti del Corriere alla Rcs. Corriere che ha scioperato sabato scorso. Ora tocca a Re­pubblica”.

Libero scrive:

“«Ben vi sta tutti a casa», «andate a zappare», «siete la vergogna del giornalismo italiano».

Sul sito di Repubblica fioccano gli insulti dei lettori al comunicato del Cdr che annuncia lo sciopero contro i tagli al personale annunciati dal gruppo L’Espresso. Il piano prevede il prepensionamento di circa 80 giornalisti su i 440 in organico.

“I giornalisti sono entrati in agitazione dopo la decisione dell’Ingegnere di non investire nel gruppo editoriale nessuno dei 500 milioni ottenuti dalla sentenza di Cassazione sul lodo Mondadori. Su questo De Benedetti è stato chiaro, i soldi di Berlusconi sono destinati «alla Cir e non a me, neanche indirettamente, avendo recentemente donato ai miei tre figli il controllo del Gruppo ».

“La redazione aveva risposto con lo sciopero: «L’assemblea dei giornalisti ha proclamato pertanto uno sciopero per la giornata di venerdì (scorso ndr). L’assemblea ha anche affidato al Cdr un pacchetto di ulteriori 10 giorni di sciopero e ha deciso lo sciopero delle firme dei giornalisti di Repubblica».

“I lettori dal canto loro hanno risposto ai giornalisti con giudizi poco lusinghieri: «Non ci mancherete, siete la voce del padrone », «Che ridere! Credevate che i 500 milioni di Mr. B sarebbero finitnelle vostre tasche…»”.

 

 

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