Riforma Rai, ok dalla Commissione: ora disegno di legge passa in Senato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Luglio 2015 - 15:51 OLTRE 6 MESI FA
Riforma Rai, ok dalla Commissione: ora disegno di legge passa in Senato

Riforma Rai, ok dalla Commissione: ora disegno di legge passa in Senato (LaPresse)

ROMA – La riforma della Rai ha ricevuto l’ok dalla Commissione Lavori Pubblici del Senato. Ora il testo del disegno di legge dovrà essere discusso e votato all’aula del Senato.

Nella sessione pomeridiana sono stati approvati gli ultimi tre emendamenti, che erano stati accantonati. Tra questi, quello presentato dai relatori che istituisce all’interno del cda il comitato di cultura, presieduto dal presidente del consiglio di amministrazione e da due consiglieri, per lo svolgimento di funzioni di controllo e di sorveglianza sulle linee e sugli indirizzi programmatici, sullo sviluppo e sulla commercializzazione del prodotto audiovisivo nazionale.

La Commissione ha dato mandato ai relatori, Raffaele Ranucci e Enrico Buemi, a riferire favorevolmente in assemblea sul testo modificato e ad effettuare le modifiche di coordinamento formale eventualmente necessarie.

In mattinata la Commissione ha approvato 17 emendamenti al ddl di riforma della Rai, molti della maggioranza e dei relatori, ma anche alcuni di Forza Italia e Movimento 5 Stelle. Via libera, in particolare, ad un emendamento dei relatori che prevede incompatibilità e requisiti per la carica dell’amministratore delegato.

Approvati anche due emendamenti a firma Minzolini e Gasparri: uno prevede che i vertici siano soggetti alle azioni civili di responsabilità previste dalle società di capitali, l’altro che il cda faccia una relazione annuale alla Vigilanza sull’attività della concessionaria, fornendo l’elenco degli ospiti delle trasmissioni e i loro compensi.

Un emendamento del M5S a prima firma di Andrea Cioffi sopprime la frase nella quale si specifica che l’ad non è dipendente Rai. Via libera anche alla proposta di modifica del Pd all’articolo 4 che contiene le specifiche alla delega al governo sulla riforma del canone e del finanziamento alle tv locali.

“Credo fermamente che sia giusto dare la possibilità a chi lavora in azienda, se meritevole, di scalare posizioni arrivando ai vertici”. Lo dichiara il senatore Salvatore Margiotta (Misto), già vice presidente della commissione di Vigilanza Rai, commentando l’approvazione dell’emendamento da lui proposto che consentirà a un dipendente di viale Mazzini di essere nominato amministratore delegato, sfruttando l’aspettativa e non necessariamente con le dimissioni. “Ho potuto verificare, durante la mia esperienza in Vigilanza Rai, preparazione e competenza di autorevoli personalità interne, e credo sia giusto non precluderne la possibilità di nomina. Ciò, tra l’altro, amplia la platea degli eligibili: un fatto positivo”, conclude il senatore.

“Rispetto alle intenzioni iniziali” si registra “un sostanziale arretramento” del governo sulla riforma della Rai: è l’analisi del senatore Maurizio Gasparri, padre della legge in vigore, che a suo giudizio resta in piedi “non solo nei 46 articoli su 47 che non saranno toccati”, ma anche “in alcuni principi fondamentali”.

“Si è concluso il confronto in Commissione sulla mini riforma Rai ed è possibile fare un primo bilancio”, afferma Gasparri in una nota. “Conserviamo delle perplessità perché difendiamo la centralità del Parlamento alla luce delle sentenze della Corte costituzionale ma rileviamo una serie di fattori positivi. Renzi voleva fare un decreto ma lo abbiamo impedito. Voleva azzerare il ruolo del Parlamento dando tutti i poteri di nomina e di gestione al governo ma lo abbiamo frenato. Volevano sopprimere la figura del presidente di garanzia eletto con un quorum qualificato dei due terzi della Commissione di vigilanza ma è stato approvato un mio emendamento che conserva questa figura utile a tutto il sistema. Volevano sopprimere la Vigilanza stessa che invece resta. C’era chi voleva costituire un consiglio di vigilanza e altri organi di gestione affidando a fondazioni o entità indefinite il controllo della Rai ma non sarà così. Volevano una delega in bianco per mettere mano al Testo unico della radiotelevisione ma lo abbiamo impedito ottenendo la cancellazione di alcuni punti dell’articolo 5. Abbiamo difeso il ruolo del Cda ed è stato approvato un mio emendamento che rende non solo obbligatorio il parere del Cda per le nomine editoriali ma vincolante quando sarà espresso con una maggioranza qualificata”.

Per l’esponente di FI, “resta il punto critico di un amministratore delegato al posto di un direttore generale con poteri che vanno meglio definiti e circoscritti. Rispetto alle intenzioni iniziali dobbiamo quindi registrare un sostanziale arretramento. La legge Gasparri rimane in vigore non solo nei 46 articoli su 47 che non saranno toccati ma nella sostanza anche in alcuni principi fondamentali per quanto riguarda l’indirizzo e la gestione del servizio pubblico. Il confronto proseguirà nell’Aula del Senato ma volevamo mettere a verbale i fatti sin qui verificatisi”.