Salva Sallusti, Fnsi: “Servono nuova legge e un Giurì per l’informazione”

Il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti (Foto Lapresse)

ROMA – Dopo l’arresto del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, la Federazione nazionale della stampa italiana ha diffuso un comunicato per sottolineare la necessità di una nuova legge che elimini il carcere per i giornalisti colpevoli di diffamazione a mezzo stampa.

E’ scritto in un comunicato: “La Giunta Fnsi ricorda che sulla diffamazione è stato chiuso un capitolo obbrobrioso se ne deve aprire uno virtuoso. Con la bocciatura da parte del Senato del primo articolo di una proposta di legge che intendeva inasprire le pene per i giornalisti accusati del reato di diffamazione a mezzo stampa, si è conclusa senza aggravare i danni, grazie anche alla comune iniziativa delle organizzazioni rappresentative dei giornalisti, degli editori e di numerose associazioni impegnate a difesa dei diritti civili, una vicenda che rischiava, anche per gli aspri toni assunti, di far regredire il livello di civiltà giuridica del nostro Paese”.

“Il problema, tuttavia, resta ancora senza soluzione. Per il reato di diffamazione a mezzo stampa i giornalisti continuano a rischiare la condanna a pene detentive, pecuniarie e a risarcimenti in sede civile senza alcun limite, mentre il diritto di rettifica continua a non essere assunto efficacemente come prima efficace misura riparatrice”.

“La Giunta Esecutiva della Fnsi, mentre prende atto che sia stato scongiurato in extremis un obbrobrio giuridico capace solo di generare nuovi bavagli, richiama tuttavia l’attenzione delle forze politiche, che si apprestano a rinnovare il corpo legislativo, sulla necessità di porre mano, con serietà e serenità, ad una riforma delle norme della legge sulla stampa e del Codice Penale, che escludano, come in tutti i paesi civili, la pena della detenzione per i reati commessi a mezzo stampa”.

“L’invito della Giunta è anche esteso alla richiesta che si adeguino le pene pecuniarie alla entità del reato, ma soprattutto si renda efficace il diritto di rettifica e si introduca un Giurì per la lealtà dell’informazione, autorevole e indipendente, capace di intervenire con immediatezza per ripristinare la verità dei fatti ogni qualvolta un singolo cittadino si ritenga leso da una notizia giornalistica. Parallelamente si dovrà intervenire per la modifica della legge istitutiva dell’Ordine professionale, più volte in questi anni sollecitata dalla categoria al Parlamento, per renderlo efficace strumento di giurisdizione interna preposto a far rispettare la deontologia professionale a garanzia di tutti i cittadini”.

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