Salva Sallusti, relatrice Della Monica (Pd) lascia. Testo torna in Commissione

Salva Sallusti, relatrice Della Monica (Pd) si dimette. Seduta sospesa (Foto Lapresse)

ROMA – Silvia Della Monica, capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, si è dimessa da relatrice del disegno di legge “salva Sallusti”. La seduta è stata sospesa. Poco dopo il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, ha annunciato che il testo torna all’esame della Commissione Giustizia. E il Senato ha votato il ritorno del ddl in Commissione Giustizia, così come deciso dalla Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.

Solo il giorno prima, il 6 novembre, Della Monica aveva esultato per il sì del suo partito al testo del Pdl sull‘interdizione dalla professione per i giornalisti condannati per diffamazione. “Almeno abbiamo evitati danni peggiori”, aveva detto Della Monica.

Oggi, 7 novembre, le dimissioni e l’annuncio di voler votare contro l’articolo 1 del provvedimento, quello, cioè, sulle sanzioni ai giornalisti.

Dopo le dimissioni della relatrice il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, ha sospeso la seduta. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha convocato subito la conferenza dei capigruppo per fare il punto sul da farsi. Dopo la riunione l’annuncio di Finocchiaro.

”Il testo torna in Commissione per un espianto, ha detto Finocchiaro, il testo va asciugato dalle molte aggiunte che ci sono state in Aula e che impedirebbero al mio gruppo di votare l’articolo 1 del disegno di legge”. Tra le norme criticate dalla Finocchiaro rientrano quelle della ”censura dei libri” e quella della possibilità di revocare i contributi per l’editoria in caso di diffamazione.

”Ora il lavoro che dobbiamo fare in Commissione è che il testo diventi più snello e si accorpino le varie misure garantendo un maggiore bilanciamento tra il diritto all’informazione e la tutela dei cittadini”.

”Si è trattato di una decisione indispensabile, quella del rinvio – assicura il presidente dei senatori del Pd – perché il testo che è ora in Aula non corrisponde affatto ad un progetto condiviso”. ”Il Parlamento è in grado di dar vita ad una serie di norme condivise, su questa materia, da riportare martedì prossimo in Aula”.

Il capogruppo di Coesione Nazionale, Pasquale Viespoli, ha spiegato: “Visto che l’accordo sulla diffamazione non ha retto alla prova dell’Aula ho proposta in conferenza dei capigruppo un ritorno in Commissione con l’obiettivo di uno stralcio dal testo di tre temi: la depenalizzazione, le pene pecuniarie e la rettifica”.

Alla Conferenza dei capigruppo tutti, tranne la Lega, hanno deciso di far tornare il ddl in Commissione. ”Questa mia proposta, spiega Viespoli, nasce dal fatto che non possiamo uscire senza una decisione perché sarebbe una delegittimazione del Parlamento. Non è possibile che provvedimenti di iniziativa parlamentare non possano concludersi, sarebbe un danno di immagine per tutti noi. La mia preoccupazione è che non possiamo far passare l’idea che in Italia si mettono in carcere i giornalisti. Invece il Parlamento ha il dovere di decidere e con lo stralcio possiamo concentrarci su questi tre punti”.

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