Salva Sallusti, seduta al Senato rinviata al 25 ottobre

Riprende il 25 ottobre l’esame del disegno di legge salva Sallusti sulla diffamazione (Foto Lapresse)

ROMA – Sul disegno di legge “salva Sallusti” si riprende il 25 ottobre. Appuntamento alle 9:30 nell’Aula del Senato. I senatori sono ancora lontani da un’intesa su un rinvio del testo in commissione o sullo stralcio della parte in cui si dice no al carcere per i giornalisti.

Per il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ”si sta lavorando non per tornare in commissione, ma per vedere di arrivare ad un accordo sul testo. Con l’obiettivo di renderlo più semplice e snello utilizzando gli emendamenti presentati. Molte questioni sono state chiarite ma restano ancora alcuni nodi da sciogliere come quello del web che senz’altro è il tema più complesso di tutti”.

”Non è detto poi che il voto debba essere unanime – ha chiarito Gasparri – ma comunque il confronto è ancora aperto. Tra le questioni risolte, invece, il no al carcere per il giornalista che diffama e sì ad un sistema che garantisca una rettifica precisa e puntuale. L’importante ora è che ci sia una volontà politica convergente”.

La capogruppo dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, risponde a Gasparri: ”Accetto la richiesta di sospensione del collega Gasparri, ma penso che un rinvio in commissione, non certo al buio ma fondato su un accordo politico per arrivare ad un testo lontani dagli ardimenti di questi giorni, possa essere utile. A me pare che da questa discussione tra forze politiche stiano emergendo alcuni punti inequivocabili dell’ossatura di un testo condiviso, che questa Camera può licenziare lontano dalle emergenze e dai clamori. I punti sono la sostituzione della sanzione detentiva con la sanzione pecuniaria, noi diciamo non di 100 mila euro ma di 50 mila al massimo e l’abolizione della responsabilità oggettiva del direttore del giornale”.

”Poi – ha ricordato Anna Finocchiaro – ci sono altre questioni  su cui siamo critici come la rivalsa sul fondo dell’editoria che rischia di penalizzare le piccole testate, l’interdizione come pena accessoria obbligatoria, la rettifica che secondo noi deve abbattere più significativamente la pena. Si vanno comunque delineando trasversalità che se lasciamo sedimentare possono condurre a un testo largamente condiviso. Il rinvio in commissione  ci permetterebbe di uscire da una discussione che potrebbe consegnare, invece, all’approvazione finale un testo orribile che nasce da aggregazioni spontanee e non dalla freddezza e dall’approfondimento necessari”.

Gestione cookie