ROMA – La Commissione parlamentare britannica sulla Cultura, i Media e il Digitale ha chiesto a Mark Zuckerberg di comparire per un’audizione sullo scandalo relativo all’abuso dei dati di milioni di utenti che coinvolge Facebook e la società di consulenza politica Cambridge Analytica.
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Lo ha reso noto il presidente della commissione, Damian Collins, citando una sua lettera al patron del colosso Usa del web in cui si accusa il management dell’azienda di aver “ingannato” l’organismo in precedenti audizioni.
Anche il Parlamento europeo attende chiarimenti: “Abbiamo invitato Mark Zuckerberg al Parlamento europeo – scrive in un tweet il presidente. Antonioo Tajani _ .Facebook chiarisca davanti ai rappresentanti di 500 milioni di europei che i dati personali non vengono utilizzati per manipolare la democrazia”.
Nel 2011 Facebook ha ottenuto il consenso degli utenti per alcuni modifiche alle impostazioni sulla privacy. Secondo l’accusa potrebbe aver ingannato i consumatori, costringendoli a condividere più informazioni personali di quanto intendessero. Già all’epoca l’Agenzia aveva richiamato Facebook per aver modificato alcune impostazioni dell’utente senza avvisare i suoi clienti. Se le violazioni venissero confermate, la Federal Trade Commission ha il potere di multare la società per migliaia di dollari al giorno.
Il titolo, intanto, affonda in Borsa: solo ieri è arrivato a perdere oltre il 7%, mai così male dal 2012, trascinando in basso Wall Street. I numeri sono impressionanti: 36 miliardi di dollari andati in fumo in una seduta, con Zuckerberg (che detiene il 16% di Facebook) che ha perso personalmente 5,5 miliardi di dollari, scivolando a quota 69 miliardi, secondo il monitoraggio di Forbes sugli uomini più ricchi del pianeta. Oggi la partenza del titolo è ancora con il segno meno, con cali che superano il 5%. Con Facebook crolla anche il titolo di Twitter.
Il silenzio sta costando caro a Zuckerberg che, di ora in ora, assiste a una flessione della popolarità che non sarà facile recuperare. Sui social la campagna #DeleteFacebook, ovvero ‘cancella Facebook’, è già diventata virale. Ma il fondatore appare stranamente assente, in prima battuta delegando le risposte ai comunicati e ai suoi sottoposti.