“Su Benedetto XVI un mandato di arresto. Crimini contro l’umanità” La bufala sul Web

ROMA – “Su Benedetto XVI un mandato di arresto. I beni della Chiesa saranno confiscati”. Più o meno. Questa è l’ultima popolare bufala del Web. Un fantomatico tribunale, l’ITCCS – International Tribunal into Crimes of Church and State di Bruxelles, organizzazione non meglio identificata e misteriosa  avrebbe condannato il Pontefice.

Ma perché sarebbe stato emesso un mandato di arresto contro Benedetto XVI? Papa Ratzinger, secondo l’Itcss, sarebbe colpevole di crimini contro l’umanità e associazione per delinquere.

Il comunicato del tribunale continua: “La suddetta nazione ha concesso il permesso di trattenere Ratzinger, come criminale sospettato, all’interno del territorio sovrano della Città del Vaticano”.

La sentenza colpirà anche i beni della Chiesa: “L’accordo tra il nostro Tribunale e i tribunali della nazione in parola comprende, come seconda disposizione, quella di emettere un lien commerciale sopra le proprietà e le ricchezze della Chiesa Cattolica Romana con effetto a partire dalla domenica di Pasqua, 31 marzo 2013 (…) le proprietà della Chiesa Cattolica saranno occupate e rivendicate dai cittadini come beni pubblici ed incamerate ai sensi del Diritto Internazionale e dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale”.  

Il comunicato, a tratti geniale, bisogna ammetterlo, termina così: “Tanto per mettere le mani avanti è già stato giudicato colpevole persino il successore di Benedetto XVI”. Una volta tanto un complotto ben riuscito.

Ecco il testo integrale della sentenza:

“Venerdì 1 febbraio 2013, sulla base delle prove fornite dalla nostra affiliata Corte di Giustizia Common Law (itccs.org), il nostro ufficio ha concluso un accordo con i rappresentanti di una non specificata nazione europea e dei suoi giudici, a garanzia di un mandato di arresto contro Joseph Ratzinger, alias Papa Benedetto XVI, per crimini contro l’umanità ed associazione a delinquere. Questo mandato d’arresto sarà consegnato all’ufficio della Santa Sede di Roma il giorno venerdì 15 febbraio 2013. La suddetta nazione ha concesso il permesso di trattenere Ratzinger, come criminale sospettato, all’interno del territorio sovrano della Città del Vaticano. Lunedì 4 febbraio 2013, detta nazione ha consegnato una nota diplomatica nelle mani del Segretario di Stato Vaticano, Card. Tarcisio Bertone, informandolo dell’imminente mandato di arresto e invitando il suo ufficio a farlo rispettare. Né il card. Bertone né il suo ufficio hanno fornito alcun riscontro immediato a questa nota, tuttavia, solo sei giorni più tardi, papa Benedetto si è dimesso. L’accordo tra il nostro Tribunale e i tribunali della nazione in parola comprende, come seconda disposizione, quella di emettere un lien commerciale sopra le proprietà e le ricchezze della Chiesa Cattolica Romana con effetto a partire dalla domenica di Pasqua, 31 marzo 2013. Questo lien sarà accompagnato a livello globale dalla pubblica Campagna Pasquale di Rivendicazione (“Easter Reclamation Campaign”, n.d.t.), in base alla quale le proprietà della Chiesa Cattolica saranno occupate e rivendicate dai cittadini come beni pubblici ed incamerate ai sensi del Diritto Internazionale e dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. È decisione del nostro Tribunale e del governo della nazione in parola, quella di procedere all’arresto di Joseph Ratzinger e alla sua rimozione dall’incarico di Pontefice Romano, con l’accusa di crimini contro l’umanità e associazione a delinquere. È altresì nostra nuova decisione quella di procedere come previsto anche all’incriminazione e all’arresto del pontefice successore di Joseph Ratzinger, secondo le stesse accuse, e di imporre il lien commerciale e la Campagna Pasquale di Rivendicazione contro la Chiesa cattolica romana. Insomma, stando a quanto sostiene questa organizzazione a breve verranno esauditi i sogni di milioni di italiani. Non perché la Chiesa pagherà finalmente l’Imu, ma proprio perché gli verranno espropriati tutti i beni poi donati al pubblico utilizzo. Tanto per mettere le mani avanti è già stato giudicato colpevole persino il successore di Benedetto XVI, anche se naturalmente non si sa chi sarà. Ecco, ora sapete finalmente la verità sulle dimissioni del Santo Padre”.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie