Il tassello che manca al federalismo fiscale, Luca Ricolfi su “La Stampa”

«Apparentemente, il cammino del federalismo fiscale procede spedito. Sono già quattro i decreti delegati varati dal governo, ultimo quello del “federalismo municipale”, in via di definizione in questi giorni», così Luca Ricolfi scrive di ciò che manca al federalismo fiscale nell’articolo che Blitzquotidiano vi propone come articolo del giorno.

Il problema c’è, secondo Ricolfi: «Per quanto quasi tutti i politici si esercitino in giudizi (positivi per la maggioranza, negativi per l’opposizione), la realtà è che il cammino del federalismo fiscale è semplicemente N.C. (non classificabile), come certi allievi a fine quadrimestre, quando hanno un numero di interrogazioni e compiti in classe troppo esiguo per consentire all’insegnante di calcolare una media».

«Perché è difficile formulare un giudizio? Perché il federalismo va avanti per scatole vuote di numeri. La legge delega (5 maggio 2009) era naturalmente e giustamente una scatola vuota, perché conteneva solo principi generali, come si addice a una legge delega. Ma anche la Relazione sul Federalismo Fiscale presentata dal Governo il 30 giugno scorso, assolutamente meritoria per lo sforzo di dipanare in qualche modo la giungla della finanza pubblica, era tuttavia di nuovo una scatola sostanzialmente vuota, perché – pur piena zeppa di utilissime tabelle – non conteneva né costi standard né obiettivi di bilancio precisi per Regioni, Province e Comuni, bensì solo vaghe indicazioni di metodo, nonché la specificazione di quali Enti dovranno in futuro fare i calcoli. In questo caso la mancanza di indicazioni quantitative precise era assai meno giustificata».

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