Elon Musk pensa che Twitter sia un “cassonetto della spazzatura in fiamme che rotola per strada”, qualcosa su cui siamo d’accordo.
Ti bannano secondo un loro insondabile criterio, ti dicono hai violato le nostre regole ma messuno ti dice quali siano le loro regole. Purtroppo in Italia nessuno alza la voce, tutti subiscono in silenzio.
Si è mosso invece il nuovo CEO di Twitter Elon Musk. Ha invitato Dave Rubin, giornalista conservatore e commentatore di Fox News, a visitare il quartier generale di Twitter per rendersi conto di cosa è realmente il social network.
Fox News, che ha seguito in diretta il tour di Rubin, ha definito l’iniziativa come un atto per garantire la trasparenza sulle pratiche di shadowbanning di Twitter.
A titolo informativo, lo shadowban, conosciuto anche come divieto invisibile o blocco fantasma, si verifica quando un utente viene bloccato, viene ristretta la visibilità del suo profilo o dei contenuti da lui pubblicati, gli si impediscono alcune attività sulle piattaforme digitali o una normale partecipazione online. Il tutto senza, però, che lo stesso si accorga, quanto meno nell’immediato, di essere stato oggetto di un tale “intervento di moderazione”.
Musk e Rubin hanno concordato sul giudizio espresso dal CEO che Twitter è “un cassonetto della spazzatura in fiamme che rotola lungo la strada”. Metafora ampiamente condivisa dal giornalista che è convinto che l’intero codice debba essere distrutto e ripensato da zero, come ha ribadito ai conduttori di Fox & Friends.
Il giornalista si dice convinto che a Musk non possano essere imputati i problemi della piattaforma. Afferma, inoltre, che il nuovo CEO abbia acquistato una piattaforma che impedisce la libertà di parola ed abbia codici difettosi.
Dave Rubin ha anche raccontato che gli ingegneri del social network gli avrebbero mostrato il suo account che sarebbe stato marcato con etichette che avrebbero indotto lo shadowban.
Il giornalista non ha menzionato, invece, in alcun modo, il fatto che Twitter abbia di recente bandito dal social alcuni giornalisti che criticavano il nuovo CEO. Dimenticanza o coincidenza?