Usa, blackout challenge: TikTok non imputabile nemmeno se una bambina s’impicca. Immunità speciale per i social

Blackout challenge: TikTok non è mai responsabile in Usa. Nyla Anderson, bambina di dieci anni della Pennsilvanya, il 22 dicembre scorso fu trovata dalla madre penzolante da una corda, praticamente morta.

Blackout challenge: TikTok non è mai responsabile in Usa

Resistette altri pochi giorni in terapia intensiva. Per quella morte la madre accusò e denunciò TitTok, la piattaforma social cinese che spopola tra i ragazzini di tutto il mondo.

Nyla s’era messa una corda al colo per sostenere una sfida social, una cosiddetta “Blackout challenge”: riuscire a soffocarsi fino a svenire. Un caso analogo – dieci anni, cintura al colo – è accaduto anche qui in Italia, a Palermo, all’inizio del 2021. Di queste ore è la notizia che un tribunale ha dato torto all’accusatrice. 

Nyla Anderson si è impiccata a 10 anni per una sfida idiota

TitkTok è in effetti protetta da una speciale immunità (le piattaforme social non sono responsabili della pubblicazione di contenuti di terzi parti) elargita direttamente dal Congresso degli Stati Uniti. Si chiama Communications Decency Act. Vale per tutte le piattaforme social, da Facebook a Youtube.

Ma come, sosteneva la madre e con lei la difesa durante il processo, a mia figlia, una ragazzina di dieci anni, TikTok offriva immagini e istruzioni per questa assurda e tragica sfida mentre faceva scrolling sullo smartphone! 

Al processo TikTok si è limitata a invocare a sua difesa lo scudo garantito dal Congresso. Il giudice non ha potuto altro che recepirne la sostanza. “Un’immunità conferita dal Congresso, non dai tribunali.

La morte di Nylah Anderson è stata causata dal suo tentativo di accettare la Blackout Challenge. Gli imputati non hanno creato la sfida, piuttosto, lo hanno reso prontamente disponibile sul loro sito […] accoglierò quindi la mozione degli imputati per motivi di immunità”, ha scritto il giudice nella sentenza.

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