Vendite giornali, agosto 2017: Repubblica e Corriere, 12 anni di direttori e errori

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Vendite giornali, agosto 2017, Repubblica e Corriere, 12 anni di direttori e errori

Vendite giornali italiani in agosto. Nella quasi monotona tabella delle vendite dei quotidiani in Italia, il mese di agosto presenta conferme e una novità.

Inoltre, in aggiunta alla ormai tradizionale tabella dei pochissimi giornali che salgono e dei tanti che scendono, abbiamo provato a mettere in fila alcuni numeri (Vedi sotto), riferiti a Repubblica, al track record dei suoi recenti direttori, al confronto col rivale di sempre, il Corriere della Sera.

Per quanto riguarda il mercato nel suo complesso, la novità è che, con le eccezioni che diremo tra poco, la caduta delle vendite in edicola sembra un po’ rallentata. La maggior parte dei giornali perde copie, ma per la maggior parte di quella maggior parte la curva di caduta sembra più dolce. Ci sono giornali che, pur in calo rispetto all’agosto 2016, crescono rispetto a luglio 2017. Tradizionalmente agosto è il mese di maggiore vendita. Le vacanze, quelle trascorse in Italia, inducono alla lettura.

In questo caso, colpisce la caduta del Fatto, che ha perso in agosto più di 5 mila copie sull’anno precedente e 2 mila rispetto a giugno. Nel 2016 in agosto su luglio il Fatto era cresciuto di qualche centinaio di copie. In cifre assolute è sceso a 34 mila copie dalle 39 di un anno fa e dalle 34 di un mese fa. Azzardiamo due spiegazioni. 1. I lettori del Fatto sono tutti gente con soldi che amano le vacanze all’estero; 2. quel tipo di giornale comincia a stancare.

Quei sempre meno lettori che comprano ancora i giornali in Italia preferiscono il modello Corriere della Sera. Il Corriere anche in agosto si è confermato, grazie anche alla crisi di Repubblica, il primo quotidiano d’Italia. Ha perso un 2 e mezzo per cento sul 2016, ha guadagnicchiato su luglio, svetta con una miseria di 215 mila copie, quante ne vendeva ai tempi della legge Acerbo (il Rosatellum non sembra suscitare le stesse emozioni). Ma sono sempre 28 mila copie più di Repubblica.

Per il resto i numeri li potete leggere qui sotto, come ogni mese da un po’ di mesi.

Tra conferme, luci e ombre.

Le conferme riguardano le luci e le ombre agli estremi del mercato. Le luci sono quelle di un mese fa: il Giorno, la Nuova Ferrara, l’Adige e l’Avvenire. Una menzione per il Manifesto, arroccato a quota 7 mila, stabile da tempo.

Le ombre, a parte la new entry del Fatto, riguardano, come accade da mesi, il Sole 24 Ore (- 17 mila copie), la Repubblica (-42k), La Stampa (- 6k), il Secolo XiX (-3k) i giornali di Caltagirone, accomunati da un calo attorno al 10%. Della scuderia Riffeser va male solo la Nazione di Firenze, mentre il Resto del Carlino sembra assestato e il Giorno, come visto, svetta. Fra i giornali locali rimasti a Gedi, stabili o in calo limitatissimo, spicca la crisi della Nuova Venezia, che perde anno su anno un terzo delle sue copie in edicola.

Veniamo a Repubblica. I numeri della tabella non hanno bisogno di tante spiegazioni. Sono riferiti al mese di Agosto, a partire dal 2008 fino al 2017. Sono 10 anni dei peggiori della storia dei giornali. Ce ne furono anche di peggio, ma quasi nessuno ne ha conservato la memoria.

Le colonne di cifre della tabella I riguardano, oltre a Repubblica e al Corriere della Sera, il Messaggero Veneto, per 2 ragioni. Che si tratta del giornale del fu Gruppo Espresso che ha performato meglio nel tempo; che da quel giornale viene, essendone stato direttore per 20 mesi, Tommaso Cerno nuovo condirettore di Repubblica.

Tirando le somme, il Messaggero Veneto ha perso in questi anni il 23,5 per cento delle copie che vendeva nel 2005, la Repubblica il 63,4%, il Corriere il 60,3%.

Un rozzo confronto fa dire che Calabresi, nei 20 mesi che ha diretto finora Repubblica, di quel 63% ha perso un 8 per cento, pari a uno 0,40% al mese, il restante 55 va sul conto di Ezio Mauro, pari a uno 0,44% di calo al mese. In cifra assoluta si sono registrate negli anni scorsi perdite superiori alle 42 mila copie perse quest’anno. In percentuale dell’anno precedente il -18 per cento di Calabresi è una prima assoluta.

Mettendo i numeri nella prospettiva di 12 anni si vede come quella tra Repubblica e il Corriere della Sera è una corsa al suicidio e che la linea politica ha aggravato l’effetto della crisi generale. I due giornali hanno perso più o meno le stesse copie, in valore assoluto e percentuale.

In quei 40 punti di differenza fra le copie perse dal Messaggero Veneto e quelle perse dai due grandi o ex grandi va cercata la causa della loro crisi. Non è solo colpa di internet o del prezzo.

Ciascuno dei due giornali può ascrivere a precise scelte editoriali parte significativa delle cause del loro affanno.

Nel 2005 il Corriere di Paolo Mieli vendeva più della Repubblica di Mauro. Poi Mieli nelle elezioni del 2006 si è schierato per la Sinistra.

Negli anni successivi il Corriere rincorreva Repubblica nella guerra a Berlusconi. Il combinato disposto ha provocato la brutta erosione delle copie nelle regioni bianche del Nord est. Da 541.492 copie nel 2005 a 402.857 nel 2011. Sono un po’ meno di 140 mila copie perse.

Al contrario Repubblica, partita da 510.382 copie nel 2005, ne perdeva 90 mila, attestandosi, nel 2011, a 422 mila copie. Recuperato il gap negativo e ripresa posizione di primato. Non per merito di Repubblica, va detto, ma per demerito del Corriere, come si è cercato di dimostrare.

Repubblica e Berlusconi.

Repubblica ha poi retto nei mesi del Bunga bunga. In quegli stessi mesi che costavano al Correre 40 mila copie, Repubblica ne lasciava sul campo solo la metà. Poi il declino ha subito una accelerazione, a partire dal 2011, con l’avvento di Mario Monti. Repubblica e il Corriere avevano promesso la resurrezione con la fine di Berlusconi, sono arrivati la miseria e Beppe Grillo. Supermario, così lo inneggiavano, ci ha trascinati scientemente in rovina pretendendo di salvarci. E i lettori ai son nen ciula.

Gli ultimi 6 anni avrebbero ucciso un toro, come si dice. Dopo il disastro Monti, il ciclone Renzi e l’uragano Grillo, disorientata la politica, disorientati i lettori. Li avete abituati da 40 anni a muoversi seguendo una stella polare e quella stella si è spenta. Voi stessi non sapete più da che parte stare, troppo ingessati dal politicamente corretto e dal buonismo, focalizzati sui dogmi di una minoranza finita su un binario morto. Il Referendum costituzionale è stato il colpo più duro, per Repubblica, lacerata fra il sì e il no, ha pesato il doppio.

Quanto al Messaggero Veneto, si può notare questo. Durante i 20 mesi della direzione di Cerno, il giornale ha perso 3.600 mila delle 12.400 perse in 12 anni. Un terzo delle copie in un ottavo dei mesi trascorsi.

AnnoMessaggero VenetoRepubblicaCorriere della Sera
201739.296186.807215.085
201640.505228.226226.929
201543.062252.401246.891
201444.115286.199281.209
201345.685326.325316.354
201246.861375.125367.184
201147.907422.001402.857
201049.042444.156401.103
200951.042443.079445.602
200851.042442.836455.876
2007——459.692476.859
2006——494.729497.745
200551.700510.382541.492
Perdita 2005-201723,5%63,4%60,3%

Ed ecco la tabella ormai consueta, desunta da Ads, l’istituto che da 40 anni certifica le tirature e le vendite dei giornali in Italia. Per ogni testata ci sono 3 righe. Si riferiscono rispettivamente a agosto 2017, luglio 2017, agosto 2016.

Questo il quadro complessivo dei giornali a diffusione nazionale:

Quotidiani
nazionali
Vendite  agosto 2017Vendite  luglio 2017Vendite
agosto 2016
Il Corriere della Sera215.085211.477226.929
La Repubblica186.807183.004228.226
La Stampa131.667129.668137.455
Il Giornale58.24357.76668.581
Il Sole 24 Ore47.94751.14065.570
Il Fatto Quotidiano34.14336.12339.249
Italia Oggi25.89127.24232.743
Libero27.26925.33336.219
Avvenire19.91219.92619.446
Il Manifesto7.5757.7707.959
La Verità 22.18422.184——

Hanno dimezzato le copie, rispetto al 2007, anche i giornali locali. Che comunque hanno retto l’urto della crisi e dell’avvento delle news online meglio dei giornali a diffusione nazionale. Nella tabella che segue li ordiniamo per numero di copie vendute.

Quotidiani
locali
Vendite agosto 2017Vendite luglio 2017Vendite agosto 2016
Il Resto del Carlino100.17198.597103.973
Il Messaggero100.52395.111111.753
La Nazione74.57872.18481.131
Il Gazzettino48.24747.64152.360
Il Secolo XIX42.12542.88244.962
Il Tirreno41.66341.55045.477
L’Unione Sarda41.19339.66244.422
Messaggero Veneto39.29637.75540.505
Il Giorno42.45442.63939.381
Nuova Sardegna36.50134.85840.687
Il Mattino36.53233.07242.001
L’Arena di Verona24.80424.73926.311
L’Eco di Bergamo23.75123.39425.560
La Gazzetta del Sud23.20422.41626.719
Il Giornale di Vicenza22.93822.95124.579
Il Piccolo20.86320.94922.534
La Provincia (Co-Lc-So)18.47518.46619.715
Il Giornale di Brescia19.96119.82215.343
Gazzetta del Mezzogiorno19.85819.57821.562
Libertà18.07618.32719.389
La Gazzetta di Parma18.47818.30219.486
Il Mattino di Padova18.43318.35519.677
La Gazzetta di Mantova16.41816.95817.840
Il Giornale di Sicilia15.34315.32318.589
La Sicilia16.07216.12417.331
La Provincia di Cremona12.94213.06513.950
Il Centro13.29713.02014.975
Il Tempo15.01115.551——
La Provincia Pavese11.13311.49812.451
Alto Adige-Trentino10.67110.18213.061
L’Adige13.71212.97213.706
La Nuova Venezia8.4178.20012.758
La Tribuna di Treviso11.17610.91411.985
Nuovo Quot. di Puglia13.33711.85514.258
Corriere Adriatico14.56514.35216.147
Corriere dell’Umbria10.59510.78010.579
La Gazzetta di Reggio8.6418.7458.943
La Gazzetta di Modena7.8788.5237.887
La Nuova Ferrara7.1166.9276.737
Quotidiano del Sud7.0186.6358.502
Corriere delle Alpi5.2324.8655.232
Quotidiano di Sicilia4.8134.6823.175

Nell’ultima tabella mettiamo insieme i dati di vendita (sempre in edicola) dei quotidiani sportivi, separando i risultati dell’edizione del lunedì, che è sempre quella più venduta.

Quotidiani
sportivi
Vendite agosto 2017Vendite luglio 2017Vendite
agosto
2016
Gazzetta dello Sport Lunedì231.097182.979233.436
Gazzetta dello Sport204.295186.685220.203
Corriere dello Sport Lunedì121.32293.941130.733
Corriere dello Sport105.986100.089125.638
Tuttosport Lunedì70.68760.41683.512
Tuttosport68.56164.72482.963

Perché insistiamo sulle vendite in edicola e teniamo distinte le copie digitali? Per una serie di ragioni che è opportuno riassumere.

1. I dati di diffusione come quelli di lettura hanno uno scopo ben preciso, quello di informare gli inserzionisti pubblicitari di quanta gente vede la loro pubblicità. Non sono finalizzate a molcire l’Io dei direttori, che del resto non ne hanno bisogno.

2. Le vendite di copie digitali possono valere o no in termini di conto economico, secondo quanto sono fatte pagare. Alcuni dicono che le fanno pagare come quelle in edicola ma se lo fanno è una cosa ingiusta, perché almeno i costi di carta, stampa e distribuzione, che fanno almeno metà del costo di una copia, li dovreste togliere. Infatti il Corriere della Sera fa pagare, per un anno, un pelo meno di 200 euro, rispetto ai 450 euro della copia in edicola; lo stesso fa Repubblica.

3. Ai fini della pubblicità, solo le vendite delle copie su carta offrono la resa per cui gli inserzionisti pagano. Provate a vedere un annuncio sulla copia digitale, dove occupa un quarto dello spazio rispetto a quella di carta.

Il confronto che è stato fatto fra Ads e Audipress da una parte e Auditel dall’altra non sta in piedi. Auditel si riferisce a un prodotto omogeneo: lo spot, il programma. Le copie digitali offrono un prodotto radicalmente diverso ai fini della pubblicità.

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