ROMA – Quattro quotidiani in Italia crescono, mese dopo mese, anche nel gennaio 2018. Sono il Giorno di Milano, la Nuova di Venezia e Mestre, il Telegrafo di Livorno e il Tempo di Roma. Il Giorno passa a 41.333 copie dalle 40.185 di un anno fa. La Nuova a 7.774 da 7.641. Il Telegrafo a 1.266 da 1.106. Il Tempo ne ha vendute 14.334, solo 33 in più del gennaio 2017. Un’inezia, ma di questi tempi è un trionfo. Pochi altri giornali reggono abbastanza bene, perdendo un massimo di poche centinaia di copie. Elenco il Centro di Pescara, il Corriere delle Alpi di Belluno, il Corriere dell’Umbria, la Gazzetta del Mezzogiorno di Bari, la Gazzetta di Modena, la Nuova Ferrara, la Tribuna di Treviso. Per gli altri è profondo rosso. Più o meno profondo. Col rosso che piace sempre meno.
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Precisiamo subito che i numeri ai quali facciamo riferimento sono quelli delle vendite in edicola. Sono decisivi per due ragioni. Che ogni copia venduta corrisponde a un deliberato atto d’acquisto, a prezzo pieno (abbonamenti a parte); questo ha un impatto sul conto economico dell’editore che più scende il contributo della pubblicità più diventa rilevante. Che solo le copie stampate, comprate e sfogliate permettono la diffusione del messaggio pubblicitario nella linea dei “persuasori occulti”.
C’è un altro dato di diffusione dei giornali che può dare la misura della loro penetrazione e influenza, quello che somma alle copie di carta quelle digitali. Dal punto di vista pubblicitario per me valgono meno di quelle cartacee. Dal punto di vista dei ricavi nessuno ci dirà mai quanto valgano le copie digitali e solo un super calcolo di un super controller potrebbe indicarcelo. Se però vogliamo avere un’idea di quante persone apprendono il verbo di quel tale giornale il dato complessivo carta+digitale è importante. A questa seconda opzione si attiene Prima, che ogni mese pubblica una sua classifica, poco diversa dalla nostra se non nei numeri e in alcune posizioni.
Torniamo alle nostre vendite in edicola. Prendersela con Repubblica è un po’ come sparare con la Croce Rossa. Vorrei vedervi a voi a fare un giornale che per 15 anni ha attribuito tutti i mali d’Italia a Berlusconi, ha fatto dei vizi provinciali di un venditore di pubblicità una categoria dello spirito, il Berlusconismo, e ancora 7 anni dopo la fine politica, se mai c’è stata una sua politica, di Berlusconi, continua a piangere sui poveri, sui disoccupati, sui diritti degli altri. I lettori ti credono per un po’. Poi si stancano.
Vorrei vedervi a fare un giornale, per 40 anni bandiera della sinistra unita contro bersagli come Craxi e Berlusconi, unita dietro le barricate per l’articolo 18 e lo Statuto dei Lavoratori, improvvisamente spaccata dal frazionismo più devastante, dallo scontro generazionale nel partito. L’Italia è soffocata dalle tasse e Repubblica le difende. Si parla di flat tax e tutto quello che sa fare Repubblica è pensare a quanto risparmierebbero i ricchi. Certo metà dei suoi affezionati lettori la pensa così ma l’altra metà smette di comprarla. Per non parlare del referendum costituzionale. Hai voglia a non prendere posizione. Qualunque cosa scrivi, anche solo la parola referendum, perdi lettori. Ci si potrebbe scrivere un saggio su tutte queste amenità ma a che scopo. Le cose seguono una loro traiettoria inesorabile. L’unica cosa concreta è che nel mese di gennaio 2018 ha venduto 151 mila copie, 35 mila in meno di un anno fa, 9 mila in meno del dicembre 2017.
Un po’ meglio del rivale Corriere della Sera, che però a sua volta continua a perdere copie. Ne ha vendute 188 mila in gennaio 2018, 2 mila meno di dicembre, 10 mila meno del gennaio 2017. Troppa politica? Troppo poche notizie? Il declino non risparmia il quotidiano che più si è identificato negli ultimi anni, con la causa grillina, cioè il Fatto quotidiano diretto da Marco Travaglio. In gennaio il Fatto ha venduto 32 mila copie, 3 mila in meno di un anno fa. A confronto con il trionfo elettorale del Movimento 5 stelle, il trend del Fatto può sorprendere i meno accorti o i più giovani. Andate indietro nella memoria: la Dc trionfava alle elezioni e i giornali democristiani chiudevano, il Pci si preparava al sorpasso e Paese Sera chiudeva, Stasera abortiva, l’Unità tagliava e tagliava.
Dovrebbe sorprendere di più il declino di Tuttosport. Perde copie, anno su anno, mese su mese mentre la Juventus trionfa sempre. Quando la squadra del cuore va, il giornale tira. Non è più così. Ci pensa Sky a soffocare i giornali sportivi. Non c’è solo internet fra le nemesi de giornali, la tv ha fatto guai maggiori con la pubblicità ma stimolava le vendite. La tv a pagamento assorbe pubblicità e vendite. La tv generalista è gratis, la tv pagamento è una alternativa: a fai l’abbonamento a Sky o compri il quotidiano. Solo i giornalisti, che non pagano il giornale e hanno il telefonino aziendale non se ne accorgono.
A proposito di prezzo, questo è un altro elemento che è all’origine della crisi dei giornali. Per un euro e mezzo cosa vi danno? Titoloni fotone disegnoni. E le notizie? Riempiono quel poco di spazio che i grafici assegnano loro.
Qualche amministratore di giornale concorda con la tesi che la crisi dei giornali coincide con l’avvento dei grafici. Cominciò nel ’68 al Secolo di Genova, si chiamava Mimmo Torlizzi, un ragazzo romano educato e barbuto in balia di quelle bestie di genovesi. Il suo lavoro era necessario per dare un po’ di pulizia a un giornale affastellato e confuso. Poi però fu il momento di Maoloni, che trasformò il Manifesto da versione italiana della Herald Tribune (poche pagine, tante notizie) a esemplare da concorso. Dal Manifesto l’epidemia si diffuse. Oggi i grafici dominano i giornali. Bellissimi: ma le notizie.
Abbiamo visto sopra che fra i giornali che presentano un segno + nelle vendite di gennaio c’è la Nuova di Venezia e Mestre.Chiedetevi perché. Intanto è stata affrancata dal vergognoso “panino” con Repubblica, insufficiente a frenarne il crollo ma sufficiente a ribadire l’immagine sinistra così poco amata dai bianchi veneti. In più, i veneziani sono scontenti per la nuova grafica del Gazzettino. Belle pagine, poche notizie. I veneziani, sappiatelo, sono tirchi almeno quanto i genovesi, da Shakespeare a Goldoni qualcosa dovrebbero avere insegnato. Nell’insieme, l’establishment veneziano non ama la Nuova, troppo di sinistra. Ma da quando la Nuova ha tagliato il prezzo a un euro, con tutte le sue belle notizie li allineate da un direttore che forse meriterebbe di più, in molti hanno preferito l’euro della Nuova all’euro e 20 del Gazzettino con meno notizie. E poi Paolo Possamai è vicentino, quindi territorio della Repubblica per 4 secoli, non è mai stato comunista e non è meridionale Vedete voi, stiamo parlando di giornali di territorio. E poi ricordate sempre che per 1 euro vi comprate DiPiù (416 mila copie) e per 1,50 Sorrisi e canzoni (471 mila copie). Tante pagine, tante notizie, anche di politica, come piace a molti di noi.
Ed ecco la tabella ormai consueta, desunta da Ads, l’istituto che da 40 anni certifica le tirature e le vendite dei giornali in Italia. Per ogni testata ci sono 3 righe. Si riferiscono rispettivamente a ottobre 2017, ottobre 2016 e settembre 2017. Clicca qui per i dati del mese precedente.
Questo il quadro complessivo dei giornali a diffusione nazionale:
Quotidiani nazionali | Vendite gennaio 2018 | Vendite dicembre 2017 | Vendite gennaio 2017 |
Il Corriere della Sera | 188.628 | 190.276 | 198.095 |
La Repubblica | 151.214 | 160.025 | 185.285 |
La Stampa | 116.342 | 118.495 | 120.804 |
Il Giornale | 53.041 | 53.267 | 57.866 |
Il Sole 24 Ore | 49.357 | 49.643 | 58.407 |
Il Fatto Quotidiano | 32.045 | 32.557 | 35.063 |
Italia Oggi | 24.027 | 18.819 | 29.758 |
Libero | 22.666 | 22.959 | 24.232 |
Avvenire | 24.232 | 22.643 | 23.382 |
Il Manifesto | 7.566 | 7.697 | 8.239 |
La Verità | 20.329 | 20.845 | 24.490 |
Hanno dimezzato le copie, rispetto al 2007, anche i giornali locali. Che comunque hanno retto l’urto della crisi e dell’avvento delle news online meglio dei giornali a diffusione nazionale. Nella tabella che segue li ordiniamo per numero di copie vendute.
Quotidiani locali | Vendite gennaio 2018 | Vendite dicembre 2017 | Vendite gennaio 2017 |
Il Resto del Carlino | 89.048 | 89.186 | 94.355 |
Il Messaggero | 81.110 | 81.139 | 87.829 |
La Nazione | 64.606 | 65.145 | 70.027 |
Il Gazzettino | 42.416 | 42.585 | 47.604 |
Il Secolo XIX | 38.604 | 39.975 | 41.583 |
Il Tirreno | 35.776 | 36.159 | 39.393 |
L’Unione Sarda | 34.148 | 34.472 | 37.166 |
Messaggero Veneto | 36.547 | 36.678 | 37.786 |
Il Giorno | 41.333 | 40.654 | 40.185 |
Nuova Sardegna | 29.892 | 30.379 | 32.704 |
Il Mattino | 28.654 | 27.944 | 32.066 |
L’Arena di Verona | 21.535 | 22.573 | 23.607 |
L’Eco di Bergamo | 22.086 | 22.643 | 23.702 |
La Gazzetta del Sud | 19.864 | 19.598 | 21.256 |
Il Giornale di Vicenza | 20.374 | 21.008 | 22.471 |
Il Piccolo | 19.683 | 20.143 | 20.949 |
La Provincia (Co-Lc-So) | 17.824 | 18.071 | 19.591 |
Il Giornale di Brescia | 18.231 | 18.707 | 19.625 |
Gazzetta del Mezzogiorno | 18.006 | 17.884 | 18.615 |
Libertà | 17.378 | 17.779 | 19.029 |
La Gazzetta di Parma | 16.868 | 17.467 | 18.710 |
Il Mattino di Padova | 17.094 | 17.191 | 18.626 |
La Gazzetta di Mantova | 16.421 | 16.668 | 17.330 |
Il Giornale di Sicilia | 13.611 | 13.622 | 14.301 |
La Sicilia | 14.108 | 14.624 | 15.913 |
La Provincia di Cremona | 12.523 | 12.584 | 13.242 |
Il Centro | 11.560 | 11.082 | 11.893 |
Il Tempo | 14.334 | 14.345 | 14.301 |
La Provincia Pavese | 11.118 | 11.275 | 12.124 |
Alto Adige-Trentino | 9.677 | 10.036 | 12.012 |
L’Adige | 11.905 | 12.080 | 12.337 |
La Nuova Venezia | 7.774 | 7.803 | 7.641 |
La Tribuna di Treviso | 10.231 | 10.357 | 10.564 |
Nuovo Quot. di Puglia | 9.238 | 9.146 | 9.490 |
Corriere Adriatico | 12.543 | 12.491 | 13.493 |
Corriere dell’Umbria | 9.959 | 10.148 | 9.584 |
La Gazzetta di Reggio | 8.322 | 8.603 | 8.837 |
La Gazzetta di Modena | 7.236 | 7.368 | 7.693 |
La Nuova Ferrara | 6.061 | 6.220 | 6.419 |
Quotidiano del Sud | 5.492 | 5.064 | 5.882 |
Corriere delle Alpi | 4.722 | 4.687 | 4.814 |
Quotidiano di Sicilia | 6.149 | 6.408 | 5.882 |
Il Telegrafo | 1.266 | 1.106 | —— |
Nell’ultima tabella mettiamo insieme i dati di vendita (sempre in edicola) dei quotidiani sportivi, separando i risultati dell’edizione del lunedì, che è sempre quella più venduta.
Quotidiani sportivi | Vendite gennaio 2018 | Vendite dicembre 2017 | Vendite gennaio 2017 |
Gazzetta dello Sport Lunedì | 143.715 | 151.736 | 155.803 |
Gazzetta dello Sport | 133.652 | 137.994 | 140.827 |
Corriere dello Sport Lunedì | 80.483 | 84.629 | 99.210 |
Corriere dello Sport | 70.737 | 74.836 | 85.079 |
Tuttosport Lunedì | 46.815 | 49.125 | 63.022 |
Tuttosport | 46.464 | 48.828 | 51.972 |