Vendite in edicola dei giornali quotidiani in Italia nel mese di novembre 2020. A confronto i mesi di novembre 2020 e 2019. Il quadro ovviamente è tragico. Il mercato è calato di un bel 15%, un punto peggio del 14% registrato in ottobre.
I giornali sportivi sono quelli che soffrono di più. E vanno malissimo i quotidiani meridionali. Ma ci sono anche giornali che perdono poco o addirittura guadagnano
Sono i giornali che vivono di politica come Giornale, Fatto, Manifesto, Verità. E alcuni giornali del grande nord, in prima linea Messaggero Veneto e Dolomiten, Gazzetta di Parma e Giornale di Brescia.
In cifre assolute, però, il panorama è quindi desolante. Infatti ci sono 1.566 mila copie vendute nel novembre 2020 rispetto alle 1.841 mila del novembre 2021. Sono 280 mila copie vendute in meno ogni giorno: è come l’intera città di Venezia, fatevi un conto.
Puntuale come ogni mese, Ads elenca le vendite dei giornali di novembre 2020
L’istituto che presiede all’accertamento della diffusione della stampa, ha reso noti i dati di vendita dei quotidiani italiani in edicola. Nel sito di Ads si trovano anche i dati sugli abbonamenti e quelli sulle copie e gli abbonamenti on line. Per capire il livello di salute delle aziende editrici, il numero delle copie vendute in edicola è fondamentale. Dell’euro e mezzo che ormai costa un giornale (nei giorni senza supplementi), all’editore ne arriva poco meno dei 4 quinti, con un significativo impatto sul conto economico.
Gli abbonamenti legati alle copie cartacee non sono significativi per ragioni dolorose legate ad errori di personaggi che hanno scoraggiato l’uso della posta. Fa eccezione l’estremo nord est, specialmente la Bolzano di lingua tedesca che legge il quotidiano Dolomiten.
Gli abbonamenti digitali rappresentano l’unica prospettiva di portare a casa qualche soldo. Ci si prepara a quando nessuno comprerà e leggerà il giornale stampato su carta. Il giornale vivrà, ma cambierà il supporto, non più la carta ma il bit. A quel momento, senza i costi delle materie prime e degli impianti industriali e dei trasporti, il passo per riequilibrare i conti forse sarà meno funambolico.
Nel frattempo, l’impresa è dura
Tra le vendite dei giornali nel mese di novembre 2020 la crisi della pubblicità è una componente importante. Ma nell’ultimo secolo, la maggior parte dei giornali italiani, tutti locali, anche i mitici Corriere della Sera e Stampa, ha potuto contare solo per una parte sulla pubblicità. L’economia italiana era quella di un Paese da terzo mondo. Solo dopo gli anni ’70 l’economia poteva generare una pubblicità con impatto significativo. Ma per i quotidiani italiani, esclusi Corriere e Repubblica, tre quarti dei ricavi venivano dal prezzo di vendita in edicola.
Ora quei ricavi non ci sono più e i giornali perdono milioni e milioni. Così alcuni, in prima linea il Corriere, si sono buttati sugli abbonamenti on line. Dove si arriverà? Dovremo riparlarne. Per ora posso limitarmi a scrivere che non è una strada aperta a tutti. L’esperienza americana è una lezione piena di luci e ombre. Certo abbonarsi a un giornale per quasi un sesto del valore in edicola è una tentazione. Come reagirà il lettore quando ci sarà il rinnovo a un prezzo più alto?
Come leggere la tabella delle vendite giornali novembre 2020
La tabella delle vendite giornali novembre 2020 che riporto qui sotto è di facile lettura. Infatti a sinistra ci sono le testate, riga sopra riga le copie vendute nel mese di novembre del 2020 e nel 2019. A destra un numero, in genere 0, qualcosa. Se si sottrae quel numero, fino ai primi due decimali, da 1, la differenza è la percentuale di perdita. Così se il numero è 0.92 eccetera, vuol dire che quel giornale, nel caso l’Adige di Trento, ha perso l’8 per cento, anno su anno, ottobre su ottobre.
Quei rari casi in cui il numero si presenta come, ad esempio, nel caso del Corriere delle Alpi, 1,02 ecc. vuol dire che quel giornale è cresciuto del 2 per cento.