YouTube corre ai ripari: vieta video No Vax e chiude canali a rischio pedofili. Ma i terrapiattisti…

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YouTube vieta i video No Vax e chiude 400 canali pedopornografici. Ma i terrapiattisti…

ROMA – YouTube mette al bando i video No Vax. La piattaforma di Google per la condivisione dei file ha annunciato, in un comunicato, che tali contenuti non sono in linea con le policy societarie che vietano di trarre profitto da video con materiale “pericoloso e dannoso”. YouTube sottolinea come “i video promozionali contrari alle vaccinazioni rappresentano una violazione di queste politiche”.

L’annuncio arriva dopo che alcune società hanno ritirato la pubblicità su YouTube perché compariva con video contro la vaccinazione dei bambini. Tra queste aziende Vitacost, che produce vitamine, e che ha rinunciato fare pubblicità su YouTube da martedì quando i suoi spot sono stati associati a video no vax. Nei giorni scorsi anche il social network Pinterest aveva imboccato la stessa strada.  

Non è nemmeno l’unico problema di YouTube, in questi giorni. Perché altri accusatori ritengono che se ci sono così tanti “terrapiattisti” la colpa è proprio della piattaforma di Big G per l’upload di video: secondo uno studio della Texas Tech University, presentato al meeting della American association for the Advancement of science, sarebbero proprio i filmati caricati online ad avere convinto la maggior parte dei “cospirazionisti”.

Alex Olshansky, uno degli autori della ricerca, ha spiegato che “YouTube è dove i primi video sulla Terra “piatta” sono stati postati nel 2014. Poiché gli algoritmi di YouTube raccomandano filmati che assomigliano a quelli già visti, una volta trovato un video “terrapiattista” è come entrare nella “tana del coniglio””: se ne continueranno a vedere altri.

Inoltre, i ricercatori hanno partecipato alla prima conferenza internazionale dei “terrapiattisti”, intervistando 31 partecipanti, e tutti hanno dichiarato di avere trovato le prime informazioni proprio su YouTube: “Molti hanno perso amici e persino parenti o lavori a causa di questa convinzione – ha spiegato Olshansky – La maggioranza aveva la propria comunità, l’ha persa e quindi è entrato in quella dei “terrapiattisti”. Le persone su cui argomenti religiosi o “cospirazionisti” non fanno presa sono stati convinti proprio da quelli “pseudoscientifici” su YouTube”.

Infine YouTube ha chiuso oltre 400 canali e cancellato decine di milioni di commenti che diffondevano contenuti pedopornografici “soft-core”: non veri e propri abusi, ma filmati di bambini ripresi spesso in pose allusive.

I “numeri” arrivano direttamente dall’account Twitter di YouTube, in risposta al commentatore Philip DeFranco (molto seguito sul social network, con oltre 1,2 milioni di follower): l’azienda, che fa parte della galassia di Google, ha sottolineato l’impegno nell’affrontare il problema, l’intenzione di ampliare il team specializzato nel controllo dei contenuti e anche di avere segnalato gli account “sospetti” alle forze dell’ordine.

La segnalazione sui contenuti pedopornografici era arrivata dal blogger Matt Watson: in un lungo video, pubblicato domenica (è visibile qui sopra), ha dimostrato come sulla piattaforma ci sia un “circolo di pedofilia “soft-core””, in qualche modo “aiutato” dall’algoritmo con cui YouTube suggerisce i videocorrelati a quello che si sta guardando, molto facile da individuare. Si tratta di migliaia di video che, pur senza contenere abusi, “facilitano i pedofili a connettersi l’uno con l’altro”.

Alla scoperta hanno immediatamente reagito alcuni dei maggiori inserzionisti della piattaforma: Walt Disney, Nestlé ed Epic Games (e altri ancora) hanno sospeso gli investimenti pubblicitari, anche perché gli annunci scorrevano anche sui video indicati da Watson.

Fonte: Agi

 

 

 

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