ROMA – Il consiglio di amministrazione di Renault ha confermato il suo interesse per le nozze con Fca, ma ha rinviato al 5 giugno la riunione per esprimersi sull’offerta. Le due aziende potrebbero arrivare a una fusione che porterà i due gruppi a detenere il 50 e 50 delle quote.
In una nota diffusa da Renault la sera del 4 giugno dopo la riunione del cda si legge: “Il Consiglio di amministrazione di Renault si è riunito oggi con lo scopo di rivedere nel dettaglio gli elementi costitutivi della proposta ricevuta da Fca (Fiat Chrysler Automobiles) il 27 maggio scorso riguardante una potenziale fusione 50/50 tra Renault e Fca. Il cda ha deciso di continuare a studiare con interesse l’opportunità di una tale fusione e di prolungare i colloqui su questo tema. Si riunirà nuovamente mercoledì 5 giugno (domani) a fine giornata”.
In caso di fumata bianca sulle grandi linee del progetto, il Cda potrebbe a questo punto decidere l’apertura condizionata di negoziati esclusivi con Fca. Una trattativa che potrebbe durare mesi, se non addirittura un anno, per formare il terzo colosso mondiale nel settore dell’auto nel quadro della fusione “tra eguali”, 50-50, con John Elkann alla presidenza e Jean Dominique Senard, l’attuale presidente di Renault, come a.d.
Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ritiene che il progetto sia “una reale opportunità per Renault e per l’industria automobilistica francese”. Ma pretende nel contempo una serie di garanzie allo scopo di evitare tagli occupazionali e difendere l’interesse nazionale francese, tra cui il quartier generale operativo del nuovo gruppo a Parigi, un dividendo straordinario per gli azionisti di Renault e un posto al governo in Cda sul quale, secondo indiscrezioni di stampa, già ci sarebbe un’intesa.
Secondo le voci riferite dall’Ansa, lo Stato principale azionista di Renault (la quota attuale è del 15%) avrebbe accettato un compromesso per occupare una delle quattro poltrone in quota Renault, oltre alle quattro di Fca. Viene inoltre ipotizzato che Renault possa cedere all’esecutivo uno dei suoi due seggi nel comitato nomine. Se confermata, questa configurazione permetterebbe allo Stato francese di dire la sua sulla governance della futura entità. Ma al momento, dai principali attori, arriva solo un secco no comment.
Secondo il Financial Times, Yu Serizawa e Yasuhiro Yamauchi, esponenti di Nissan nel cda dello storico alleato transalpino, si dovrebbero astenere “da un voto cruciale” che “potrebbe minacciare il futuro dell’alleanza ventennale” tra il costruttore nipponico e quello francese. Il 3 giugno il presidente e ceo di Nissan, Hiroto Saikawa aveva detto che la proposta di Fca comporta “una fusione completa che, se realizzata, altererebbe significativamente la struttura del nostro partner Renault” e che perciò richiede “una revisione fondamentale della relazione esistente” tra i due partner dell’Alleanza.
Il progetto di fusione prevede la creazione di una holding basata ad Amsterdam e quotata alle borse di Parigi, New York e Milano. La famiglia Agnelli, che controlla il 29% di Fiat-Chrysler, vedrebbe la sua parte automaticamente diluita al 14,5%,restando comunque primo azionista della nuova entità, mentre lo Stato francese scenderebbe al 7,5%.