Traballa il trono di due Re dello sport: Novak Djokovic e Lewis Hamilton. Il Re Serbo e il Re Nero. Difficoltà parallele condite di rabbia ad alta intensità e silenzi assordanti.
Entrambi vivono la stessa “emozione primordiale”, come la chiamano gli strizza cervellli. Entrambi manifestano, con sfumature diverse, l’istinto di difendere il loro trono per sopravvivere nell’ambiente – certo, non facile – in cui si trovano.
Ambiente milionario, altamente competitivo e ossessionato dal successo. Entrambi vivono l’ora più buia della loro fantastica carriera. Sono in attesa di verdetti che contestano a priori . Si sentono vittime di complotti. Vittime di ingiustizie.
Si sentono vittime. Come finirà il loro trono?
CASO DJOKOVIC – Il più forte tennista del mondo è rinchiuso in un hotel di Melbourne destinato ai richiedenti asilo in attesa di ricevere il visto per poter rimanere in Australia, giocare lo Slam e conservare il primato di numero uno.
L’udienza decisiva è fissata per lunedì 10 gennaio. Rischia l’espulsione immediata dal Paese in cui è entrato senza l’obbligatoria vaccinazione, presentando una “esenzione medica” che si ritiene sospetta.
La stampa australiana, in testa il quotidiano “ The Age” (oltre un milione di tiratura, in edicola dal 1854), sostiene che difficilmente Djokovic vincerà. Se così fosse, l’idolo dei No Vax salterebbe il torneo e la sua “prigionia” nel poco ospitale Park Hotel, si concluderebbe mestamente. Non sono esclusi però Brutto colpi di scena.
È sceso in campo anche il presidente serbo, si moltiplicano le proteste contro le ferree regole di ingresso a Melbourne, il parlamento di Belgrado è “assediato” dai fan di Nole con gli striscioni “Novak Serbia”. Brutto affare.
Il mutismo di sir Lewis
CASO HAMILTON – Il Re Nero, pluri iridato (7 titoli come Schumacher, due in più di Fangio) si è blindato in un mutismo che sta mettendo sotto pressione la FIA, la sua Mercedes, i fan. Lewis non ha ancora smaltito la beffa che ha dovuto ingoiare il 12 dicembre quando in un romanzesco finale Max Verstappen gli ha soffiato il Mondiale di Formula Uno.
Ha scelto di isolarsi. L’ultimo suo post sul suo profilo Instagram risale all’undici dicembre. Da allora un inquietante silenzio. Non correrà più? A 37 anni compiuti (venerdì 7 gennaio ) è lecito chiederselo.
Tanto più che non gli va a genio (eufemismo) il nuovo presidente della FIA, l’Emiro di Dubai Mohammed Ben Sulayem. È il successore di Jean Todt, il primo non europeo a essere eletto al vertice della Federazione .
Il Re Nero gli contesta il mancato rispetto dei diritti umani. E per lui non è poco.