Valentino Rossi non molla. Valentino c’è. Sceso dalle due ruote Yamaha ricomincia una nuova vita con le quattro ruote.
Dalle moto alle auto. Alla vigilia dei 43 anni. Ma niente Ferrari. Ha scelto una Audi R8 GT3 del team belga Aert Audi. Correrà in un Europeo vero dove incrocerà i migliori piloti di categoria.
Già fissata la prima, doppia , sfida internazionale: la Sprint CUP e la Endurance Cup. Anteprima nel weekend di gare a inizio marzo. Quindi il debutto il 3 aprile ad Imola, teatro della prima gara della Endurance CUP, serie di vertice per le vetture GT3. In tutto 10 round: cinque gare Sprint e cinque di durata. Due le gare in Romagna ( Imola il 3 aprile e il 3 luglio a Misano). Ma l’evento clou sarà rappresentato dalla 24 Ore di Spa (28-31 luglio).
Impegno in ogni caso di alto profilo. Le vetture in gara sono “supercar” di 500 cavalli.
Valentino Rossi scalpita. Ammette: “‘Non vedo l’ora di iniziare questo viaggio. Tutti sanno quanto sono appassionato e quanto volevo correre in auto dopo aver chiuso con la MotoGP. E il team che ho scelto mi sembra perfetto. Ora che sono più libero mi potrò dedicare bene e con energia a questa passione e a questa nuova avventura“.
Valentino sottolinea l’ottimo feeling con l’Audi in occasione di un test fatto a Valencia qualche settimana dopo la fine del Mondiale 2021.
All’ Europeo Gp con Rossi in pista parteciperanno anche team Ferrari, Lamborghini, BMW, Mercedes, McLaren, Porsche. Le più forti marche a livello mondiale sono impegnate a dare la caccia ad un titolo prestigioso. Il viaggio terminerà il 2 ottobre a Barcellona.
Valentino Rossi una certa esperienza con le auto se l’è fatta.
Ha disputato rally ( ha vinto 7 rally di Monza con una Ford Focus WRC), ha conquistato un podio alla 12 Ore del Golfo nel 2019 con una Ferrari 488 GT3, ha partecipato alla 12 Ore del Bahrain l’anno scorso. È probabilmente già pronto per Le Mans. Ma saggiamente preferisce andare per gradi. Ha optato per un apprendistato umile senza giocarsi subito grandi traguardi. E poi non vuole tradire la sua filosofia di vita. Cioè divertirsi.
Questo sarà anche il primo anno post Valentino Rossi. La MotoGP si prepara al contraccolpo. Il 2022 è cominciato con la dichiarazione – emblematica, preoccupata ma anche speranzosa – di Manuel Arroyo. È il direttore commerciale della Dorna Sports, la società spagnola “padrona” della MotoGP nel senso che decide tutto, dal calendario ai regolamenti.
Ha detto Arroyo: “ La popolarità della MotoGP dopo Valentino Rossi dipenderà molto dai piloti “.
Il Dottore anche senza vincere è stato l’uomo copertina del Mondiale nell’ultimo decennio e con il suo addio un contraccolpo è inevitabile. Tutti si chiedono: ci sarà un calo di interesse? Da Madrid arriva la risposta affidata in primis al vettore di fiducia, cioè “Mundo Deportivo”, il quotidiano sportivo più antico di Spagna. Eccola: “Dipenderà molto da Quartararo, Bagnaia, Marquez e compagnia “. Tutto qui.
La Dorna si mostra tranquilla e, se finge, lo maschera bene. D’altronde si tratta di una società che da tre deccenni è immersa nelle corse delle moto e ne ha viste di tutti i colori senza mai scomporsi. Ricordano che non si disperarono quando nei primi anni 90 se ne andarono i piloti nordamericani, dominatori assoluti della classe regina. Non fecero una piega. Oltremodo ottimisti. E il tempo ha dato loro ragione. Dopo il ritiro dei nordamericani sono arrivati Doohan, Rossi, Stoner, Lorenzo, Marquez. Come dire: dopo l’immenso Valentino ce ne saranno altri capaci di raccoglierne la pesante eredità.
Ma chi sarà l’erede di Valentino Rossi?
Molti puntano su Bagnaia, dicono che “è ormai pronto per riportare la Ducati sul trono del Mondiale “. Certo, il torinese ha talento cristallino, una freddezzza invidiabile in gara. Ha solo 24 anni, ha vinto 4 delle ultime sei gare del 2021, era al suo primo anno in Desmodieci (squadra ufficiale Ducati). Tutto fa pensare che sarà Pecco l’avversario più temibile del neo campione del mondo Fabio Quartararo. Ovviamente al netto delle condizioni di Marc Marquez che nonostante i guai fisici resta pur sempre un fenomeno.
Il Mondiale sfugge all’Italmoto dal 2009, dai tempi radiosi di Valentino. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. E questo 2022 ha tutta l’aria di essere quello giusto. Oltre a Bagnaia stanno crescendo Bastianini e Morbidelli. C’è una Aprilia ormai da podio ma serve un Vinales al top. Dovizioso, vecchio leone, vuole tornare fra i grandi. I ragazzi stanno esaurendo le vacanze ( Pecco a New York con la sua Domizia). Tra un mese comincia la stagione ufficiale con i primi test a Sepang e poi a Mandalika. La prima gara è fissata in Qatar il 6 marzo. In Italia il 29 maggio. La nuova era della Italmoto sta per cominciare.