![antonio-infantino-morto-tarantolati-tricarico Antonio Infantino, morto il leader dei Tarantolati di Tricarico](/wp/wp-content/uploads/2018/01/antonio-infantino-ansa-min-1-300x200.jpg)
FIRENZE – Antonio Infantino, il musicista, poeta e artista che ha fondato I Tarantolati di Tricarico, è morto il 30 gennaio a Firenze. Il musicista, leader del gruppo di musica popolare e tradizionale, si è spento a 73 anni. Nato a Sabaudia nel 1944 e cresciuto a Tricarico, vicino Matera, dove si è avvicinato ai valori e alle sonorità della tradizione rurale, Infantino viveva a Firenze dopo la laurea in architettura. Nel 1976 ha fondato la band, di cui è stato storico leader e che aveva abbandonato negli ultimi anni.
Il sito Repubblica scrive che nel 2016 Antonio Infantino era stato ospite di Web Notte, accompagnato dal regista e autore Luigi Cinque, che di lui aveva detto:
“Antonio è il briccone divino, un personaggio che nasce tra i nativi americani: ha la cialtroneria e l’egocentrismo più assoluto e rimane un personaggio straordinario, uno che ha fatto veramente la storia”.
La sua carriera nella musica inizia nel 1966, con esibizioni dal vivo al Folkstudio di Roma e al Nebbia Club di Milano, dove si dimostra uno dei protagonisti del beat italiano. Tra le sue opere da poeta spicca I denti cariati e la patria, pubblicato da Feltrinelli, e nel 1968 registra il primo 33 giri, Ho la criniera da leone (perciò attenzione), con dodici brani inediti tutti di sua composizione, registrati a Milano con orchestrali della Scala, scrive ancora Repubblica:
“Nello stesso anno partecipa a Ci ragiono e canto n. 2 di Dario Fo, componendo e interpretando insieme a Enzo Del Re i brani Avola e Povera gente. Nel frattempo si laurea in architettura, e ottiene l’insegnamento presso l’Università di Firenze. Nel ’76 fonda i Tarantolati di Tricarico, cui hanno partecipato negli anni decine di musicisti con i quali, stravolgendo e reinventando il repertorio tradizionale della sua terra d’origine, ha creato un canzoniere nuovo e composito, passando dalle ninne nanne alle filastrocche infantili, ai canti di festa e di lotta, basati spesso su ritmi ossessivi e trans-ipnotici. Con i Tarantolati ha inciso tre dischi, tutti per la Fonit Cetra. Nel 1977 partecipa al Premio Tenco e nel 1978 si reca in Brasile dove, con la partecipazione attiva di popolazione e scuole di samba, unisce i due generi musicali (la Taranta e il Samba appunto) pubblicando il “documentario sonoro” in forma di Lp La tarantola va in Brasile”, che vede anche l’intervento di Fafà De BelemInfantino fu anche pittore e negli anni 90 “in Belgio ricevette la laurea honoris causa dall’Accademia Reale Belga di Letteratura, Scienze e Belle Arti”.