CRACOVIA – Il brano Auschwitz dedicata ai morti dei campi di sterminio tedeschi compie 50 anni e Francesco Guccini ha deciso di ricantarla per la prima volta, durante una tappa del suo viaggio in Polonia. Qui, il cantautore da poco ritiratosi ha visitato i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau insieme ad alcuni studenti in viaggio con “il treno della Memoria” organizzato dai sindacati.
Guccini ha cantato il brano inciso per la prima volta nel 1966 dall’Equipe 84 con il braccio fasciato. Subito dopo essere arrivato in Polonia, infatti, è caduto a terra finendo all’ospedale.
Diana Letizia racconta sul Secolo XIX il viaggio del cantautore:
“Aveva detto che non l’avrebbe cantata, che non era il caso. E ha mantenuto la promessa. Ha rispettato il luogo ma, così come non si è tirato indietro quando dopo la caduta ha continuato la sua visita ad Auschwitz e Birkenau, Francesco Guccini ha ascoltato e donato un po’ della sua voce durante l’esecuzione del suo brano omonimo suonato per lui dai 7Grani durante una tappa del suo intenso viaggio a Cracovia. Band unica nel panorama italiano che ha fatto della “Memoria” un manifesto di un intero lavoro e che ha riscosso un clamoroso successo in Cina, i 7Grani sono tre fratelli, Fabrizio, Mauro e Flavio, di Bizzarone, in provincia di Como. Il complesso era in visita al campo di concentramento insieme agli studenti portati con “il treno della Memoria” organizzato dai sindacati lombardi”.
“Il cantante Fabrizio, accompagnato dal fisarmonicista Simone Peduzzi e dal chitarrista Gigi Miglio, ha voluto rendere omaggio al maestro, suonando per lui “La canzone del bambino nel vento” nella hall dell’albergo di Cracovia, prima della ripartenza del gruppo di nuovo in treno e di Guccini in aereo. Il cantautore di Pàvana, con il braccio fasciato intorno alla spalla, dopo l’incidente avvenuto il primo giorno appena arrivato in Polonia, ascolta la voce dura e profonda di Fabrizio, le armonie di Simone e il mandolino di Mauro. Asseconda la musica e le parole con un cenno del capo (…)”.
Paragonando la versione del brano dei 7Grani pubblicata su YouTube e la versione suonata in Polonia e ripresa dal Secolo XIX a cui ha partecipato lo stesso Guccini, alla versione che Guccini compose 50 anni per l’Equipe 84 di Maurizio Vandelli (Guccini all’epoca non era ancora affermato e componeva brani che poi venivano cantati dall’Equipe e dai Nomadi, altro gruppo emiliano che si stava affermando in quegli anni n.d.r.), quest’ultima versione appare nettamente superiore se non altro per la scelta degli arrangiamenti e per il suono delle chitarre acustiche, che sono perfettamente inserite nel filone del folk-rock imperante nel panorama musicale di quell’anno. A rendere poi indimenticabile il brano è la voce di Vandelli, leader degli Equipe 84, una band che tra i complessi beat italiani della seconda metà degli anni Sessanta, fu una delle più innovative.