Beyoncé e Jay-Z infiammano Milano: a San Siro va in scena la coppia nella vita reale Beyoncé e Jay-Z infiammano Milano: a San Siro va in scena la coppia nella vita reale

Beyoncé e Jay-Z infiammano Milano: a San Siro va in scena la coppia nella vita reale

Beyoncé e Jay-Z infiammano Milano: a San Siro va in scena la coppia nella vita reale
Beyoncé e Jay-Z infiammano Milano: a San Siro va in scena la coppia nella vita reale (Foto Ansa)

MILANO – Beyoncé e Jay-Z hanno infiammato lo stadio Meazza a Milano venerdì sera. Nemmeno la pioggia ha fermato la coppia più potente dello showbiz americano: [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] nonostante la mezz’ora di ritardo causa temporale Beyoncé e Jay-Z a San Siro hanno messo in mostra la forza di una carriera e di una vita che da 16 anni li vede al fianco.

Di fronte ai quasi 50mila persone i due artisti ignorano le tracce del loro primo album in tandem, Everything is Love uscito a giugno, preferendo un excursus di successi solisti e duetti: come la prima collaborazione ’03 Bonnie & Clyde del 2002, che apre le danze dopo Holy Grail e  Part II (On The Run).

In scena è un continuo botta e risposta musicale tra i coniugi, forti di un‘intesa palpabile. Dal gigantesco maxischermo modulare, che cela la band, passano i capitoli di un film, intermezzi che permettono i cambi d’abito e scrivono una trama con l’amore al centro: l’amore ritrovato dopo la crisi coniugale cantata nei dischi Lemonade e 4:44, ma che esprime anche un messaggio politico sull’esperienza afroamericana e l’importanza del riscatto personale.

Il concerto è un flusso quasi ininterrotto di strofe e incisi dove le canzoni non sempre hanno il respiro che meritano. A spiccare da subito è Jay-Z che già dalle barre inesorabili di Clique, Dirt Off Your Shoulder e Fuckwithmeyouknowigotit sembra il più in forma dei due.

Balletti snodati e coreografie plastiche, fiammate e fuochi artificiali riempiono gli spazi dello show, ma Beyoncé riprende il controllo Flawless, che le permette di esibire le sue mosse e sfoggiare la prima prova vocale di energia ineccepibile. Le melodie arabescate di Naughty Girl e Baby Boy e più avanti la versione di Mi Gente di J Balvin sono rare concessioni pop in una scaletta che sottolinea le intersezioni musicali, liriche e di ‘attitude’ tra hip-hop e R&B.

La palette musicale si arricchisce con gli ottoni nel reggae-rap Bam e poi in Countdown e Sorry, dove Queen Bey rispolvera i passi dell’ultimo tour, passato proprio di qua. Da parte sua, per l’acclamatissima 99 Problems Jay-Z rispolvera l’immagine da gangster, con un giubbotto anti-proiettili e foto segnaletiche di icone black come Snoop Dogg e il reverendo Jesse Jackson.

A questo Beyoncé risponde con il rock di Don’t Hurt Yourself, in cui la sua voce graffia e sale in alto, come a breve giro nell’acuto di I Care. Dopo il raccoglimento di Song Cry e Resentment la seconda metà dello show è una dimostrazione di forza a colpi di hit, cantate nella passerella che attraversa il parterre per il lungo: c’è Ni**as in Paris, che anche senza Kanye West fa vibrare l’arena; il ruggito e il messaggio di indipendenza di Beyoncé spostano di nuovo l’equilibrio in Formation e Run the World (Girls), chiosata dalle parole femministe della scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie.

Dopo la riflessione sulle disparità sociali e razziali di Story of O.J‘, arriva il tripudio di Déjà Vu e Crazy in Love, forse i più celebri duetti della coppia, che tra fanfare e balletti sono l’apice dello show. Il finale passa dal vetriolo di Freedom e U Don’t Know al pop dell’inno Young Forever, che sulle note del tormentone degli Alphaville conclude oltre due ore di sentimento e carisma. Una combinazione esplosiva che i coniugi Carter porteranno anche all‘Olimpico di Roma, domenica 8 luglio. 

Gestione cookie