Bobby Solo denuncia un furto sulle sue canzoni: “Trent’anni di diritti rubati, per un milione di euro”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Febbraio 2021 - 19:00 OLTRE 6 MESI FA
Bobby Solo denuncia un furto sulle sue canzoni: "Trent'anni di diritti rubati, per un milione di euro"

Bobby Solo denuncia un furto sulle sue canzoni: “Trent’anni di diritti rubati, per un milione di euro” (Ansa)

Bobby Solo denuncia un presunto furto di diritti sulle sue canzoni per oltre trent’anni, per una perdita totale stimata di un milione di euro. 

Il cantante di Una lacrima sul viso si è confidato al settimanale Oggi. ha raccontato di aver sporto denuncia alla Procura di Napoli dopo aver scoperto che le sue canzoni erano state scaricate molte volte senza che sul suo conto non arrivassero i soldi. 

La denuncia di Bobby Solo

“Ho le prove della frode, con i nomi e i cognomi di chi l’avrebbe commessa – dice Bobby Solo ad Oggi – Ora tocca ai magistrati. Vedremo come andrà a finire. La colpa di questo disastro è anche mia. Sono fatto così, un perdente nato, chiunque mi può turlupinare… Nel 1979 mi avevano dato un assegno di 80 milioni e lo avevo subito consegnato a mia madre…ha girato tutto a un conoscente che prometteva un rendimento più alto di quello delle banche e che finì in bancarotta, trascinando nella voragine dei suoi debiti anche i miei 80 milioni. Mamma era brava coi tortellini, ma coi soldi era negata come me”. 

“Furto per oltre 30 anni dei diritti sulle canzoni”

Secondo Emme Team, lo studio legale che cura gli interessi di Bobby Solo, il cantautore “è riuscito a scoprire e dimostrare il furto per oltre 30 anni dei diritti legati alle sue canzoni, brani depositati da persone estranee presso l’ufficio copyright statunitense e poi utilizzati come garanzia per ottenere prestiti bancari. Questo in aggiunta a decine di società italiane e estere che hanno distribuito i brani musicali di uno degli artisti italiani più famosi nel mondo, senza riconoscere i dovuti compensi all’autore e senza presentargli un rendiconto sulle vendite”.