Concertone del Primo Maggio, la maratona di 10 ore sotto il diluvio tra appelli e monologhi

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 2 Maggio 2024 - 11:17
concertone

Foto Ansa

Concertone del Primo Maggio al Circo Massimo di Roma: si è visto e sentito di tutto nella maratona di 10 ore no stop di musica. Concertone anzitutto flagellato dalla pioggia battente al punto che quando alle13.15 Big Mama ha aperto ufficialmente il concerto dei sindacati l’affluenza era ai minimi storici. Oltretutto la pioggia ha disturbato pesantemente l’avvio dello spettacolo mettendo ko la strumentazione per i cantanti e grandi difficoltà per il cantautore albanese Ermal Meta. Due ore difficili. Poi alle 15.15 il concertone è entrato nel vivo con la conduzione di Noemi e dello stesso Ermal Meta.

Raffica di artisti che hanno ricordato più il Festivalbar che il tradizionale evento “impegnato”. Vien da dire: tutto si rinnova. Quest’anno lo show di CGIL, CISL e UIL (puntualmente trasmesso dalla Rai) per la prima volta si è trasferito da Piazza San Giovanni al Circo Massimo. Affluenza variabile ma alla fine si sono registrate 60.000 persone. Non poche le polemiche. La prima della giornata l’ha messa a segno il rapper Frankie Hi-Nrg Mc con una  affermazione nata alla luce della Lineup del concertone: ”Qui le ragazze le fanno esibire tutte al pomeriggio“. Infatti la presenza della maggior parte di artisti maschi si è verificata dopo le 20. Ecco i personaggi che hanno lasciato un segno.

ERMAL META – Il polistrumentista albanese ha avuto un guizzo nel bel mezzo del fuggi fuggi generale, tra i musicisti che cercavano di riparare gli strumenti dalla pioggia. A questo punto Meta ha inforcato la chitarra improvvisando una  versione di “Halleluya”. Subito dopo la pioggia ha smesso di cadere a cascata e il concerto è potuto partire con i Bloom, capitanati da Giusy Ferreri.

MORGAN – Prima di duettare con Noemi ha letto dal palco un monologo contro la politica: ”Gli artisti non sono per niente considerati e rispettati dalla politica, ma dal popolo sì. Rimanere senza canzoni, senza musica, significherebbe fare una vita peggiore. Noi ricordiamo, ai signori politici, che noi italiani siamo gli inventori della musica”.

STEFANO MASSINI – L’attore e scrittore fiorentino ha offerto una performance insieme a Paolo Jannacci. E ha rimarcato un suo tipico messaggio: ”Ogni volta che qualcuno muore sul lavoro, è una catastrofe, è uno sfascio, un massacro. Io, allora, oggi sono antifascista perché se oggi  dici antifascista ti identifica la Digos”.

APPLAUSI PER ERNESTO ASSANTE – Il pubblico del Circo Massimo ha tributato un lungo e caloroso applauso al giornalista di Repubblica e critico musicale scomparso il 26 febbraio. Vivo il ricordo di quanto accaduto, in febbraio, all’auditorium Parco della Musica a Roma dove il giornalista è stato ricordato nell’ultimo addio da una folla di colleghi, di artisti e di tanti lettori.

LEO GASSMANN – Il cantautore, 25 anni, figlio di Alessandro, a torso nudo, bermuda neri (con il cappello dei Pokemon) sul palco ha sventolato la bandiera della pace dicendo: ”La battaglia del singolo è la battaglia di tutti. Insieme possiamo fare la differenza“. È intervenuto con la mamma, l’attrice Sabrina Knaflitz.

PIERO PELU’- L’artista toscano, 62 anni, cofondatore dei mitici Litfiba (26 album, tra le più importanti rock band italiane) ha chiuso il concertone a suon di rock e ha lanciato un appello al pubblico: ”Abbiamo bisogno di tutti per lottare insieme per la pace”. Poi il Rocker ha terminato la sua esibizione dedicando “il mio nome è mai più“ a Gino Strada e all’operato delle ONG.

ULTIMO – L’artista romano, 28 anni, vincitore di Sanremo 2018, è ritornato al Circo Massimo davanti a migliaia di persone e ha emozionato con “Pianeti”, il brano presente nell’album uscito nel 2017. Il pubblico lo ha accompagnato a squarciagola.