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Festival di Sanremo 2015: le pagelle della terza serata

di Daniela Lauria |13 Febbraio 2015 16:52

Festival di Sanremo 2015: le pagelle della terza serata

SANREMO – Festival di Sanremo 2015, terza serata dedicata alle cover. Ecco le pagelle dell’Ansa:

Nuove proposte

GIOVANNI CACCAMORitornerò da te – Il ragazzo che fa concerti a domicilio ha una vocalità sicura, è pop ma non è banale. E viene ammesso alla semifinale. 6

SERENA BRANCALEGalleggiare – I modelli sono evidenti per questa ragazza che tra blue notes e un po’ di emozione si avventura in vocalizzi e atmosfere jazzate. E come da tradizione, i pezzi raffinati vanno a casa. 7

AMARACredo – Ha personalità e un pezzo sanremese, romantico e accorato e fedele alla linea del festival. 5

RAKELEIo non so cos’è l’amore – Ha pagato l’inevitabile dazio all’emozione, la performance tutt’altro che entusiasmante non ha tradito di molto il brano. 4

I big e le cover

RAFRose Rosse – Eh no, proprio no. Un arrangiamento rimasto a metà tra il calypso e la versione originale che è un super classico della melodia italiana. Si riprende con l’acuto finale ma è troppo tardi. Non servono nemmeno le rose rosse sull’abito nero. Da Raf ci si aspetta di più. 4

IRENE GRANDISe perdo te – Ecco cosa deve fare un artista a Sanremo nella serata delle cover: scegliere un bel pezzo e divertirsi a cantarlo. Proprio come ha fatto Irene Grandi stasera, perfettamente a suo agio con il mondo di Patty Pravo. 7

MORENOUna carezza in un pugno – L’idea di trasformare una della belle più ballad della musica italiana in un pezzo stile UB40 è giusta: sfidare l’originale di Celentano sarebbe stato folle. Ma il pop reggae è solo una riduzione del danno. 5

ANNA TATANGELODio come ti amo – Una versione fedele del brano cantato da Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti che nulla toglie e nulla aggiunge. 5

BIGGIO E MANDELLIE la vita la vita – Ecco un’idea. Biggio e Mandelli rileggono Cochi e Renato in chiave Swing con divertita eleganza rendendo omaggio al grande amore per il jazz di Enzo Jannacci. 7

CHIARA Il volto della vita – Sicura, rilegge Caterina Caselli aggiornando un brano che all’epoca era super moderno. 6

NESLIMare Mare – Per un giubbotto così si rischia il codice penale. L’arrangiamento ha appesantito il gioiellino pop di Luca Carboni. 5

NEK – Se telefonando – Un arrangiamento un po’ chiassoso di un must di Mina. Nek l’ha cantato come se dovesse fare una cover di Roby Facchinetti. 6

DEAR JACKIo che amo solo te – I Dear Jack non hanno resistito alla tentazione di aggiungere un po’ di rock al capolavoro di Sergio Endrigo. Ma non è detto che il pezzo ci abbia guadagnato. 5

GRAZIA DI MICHELE E PLATINETTEAlghero – Mauro Coruzzi torna Platinette per un omaggio a Giuni Russo molto camp: divertente la messa in scena, meno l’esecuzione. 5

BIANCA ATZEICiao amore ciao – Una versione rock blues che non rende giustizia a Luigi Tenco. 4

ALEX BRITTI – Io mi fermo qui – Bella scelta, abbastanza fedele all’originale ma non veramente ispirata. ve 5

LORENZO FRAGOLA – Una città per cantare – Piacevole questa lettura quasi funk che consente a Lorenzo Fragola di dimostrare le sue qualità. 7

IL VOLOAncora – Era inevitabile: la canzone che reso famoso Eduardo de Crescenzo e che è sopravvissuta splendidamente ad anni di Marzullo, nella mani de Il Volo diventa una galleria di vocioni. 5

ANNALISATi sento – In linea con l’originale, molto adatta alle caratteristiche e alla vocalità grintosa di Annalisa. 6

LARA FABIANSto male – Il brano è perfetto per consentire alla Fabian di creare l’atmosfera da melodramma che la collezionista di nazionalità sparge con generosità. 5

GIANLUCA GRIGNANIVedrai Vedrai – Gianluca si complica la vita con una coreografia in stile Alien. Cantare Vedrai Vedrai con una gigantesca medusa dietro le spalle non è il massimo. 5

NINA ZILLI Se bruciasse la città – C’è qualcosa nell’arrangiamento che trattiene la vocalità della Zilli, che rimane un po’ imbrigliata, come un ciclista nel gruppo. 6

MALIKA AYANEVivere – Malika rilegge Vasco con intensità, giocando sulle sfumature e sfruttando la complicità di una bella partitura orchestrale. 7

MARCO MASINISarà per te – Un omaggio a Francesco Nuti, fatto con affetto sincero ma con troppa foga per un pezzo intimista. 6.

Ospiti

LUCA E PAOLO – Gli toccava il compito di riportare la satira all’Ariston e di reggere il confronto con “Ti sputtanerò”, il loro must di Sanremo 2011. Hanno cantato un brano da humour nero british sulla tradizione del festival di rendere omaggio ai cantanti morti e un pezzo teatrale sui matrimoni gay. Le cose più divertenti comunque le hanno dette nel colloquio con Carlo Conti.   6

FEDERICO PACIOTTI – Aveva 14 anni quando era venuto a Sanremo come chitarrista dei Gazosa. Ora si è trasformato in una sorta di cyborg, metà Yngwie Malmsteen e metà tenore. Tra metal e melodramma ha riletto il Puccini di “E lucevan le stelle” e “Nessun dorma” per sola schitarrata, in quei pastiche kitsch che piacciono al festival.  5

ARISA – Delle tre donne del festival è quella che è sembrata soffrire un po’ la parte assegnata dal copione. Stasera, complice un anestetico, ha un po’ sbarellato, finendo per magnificare gli effetti collaterali del farmaco scatenando una comprensibile ilarità.    5

foto pubblicate da LaPresse:

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