Francesco Guccini: “Mio padre ha visto cose disumane. Ma era un’altra generazione. A mia madre dava del voi”

Intervistato dal Corriere della Sera, Francesco Guccini ha voluto ricordare il padre: 

“Credo che abbia visto cose talmente disumane da non poter essere raccontate. Cercavo di scorgere in lui ogni traccia di sofferenza, ma Ferruccio era bravissimo a dissimulare, a non trasformare quella tragedia in retorica. Quella era un’altra generazione. Per esempio, per tutta la vita si è rivolto a sua madre dandole del ‘voi’”.

Francesco Guccini, la storia del padre Ferruccio

Il padre di Guccini, Ferruccio, morto circa 30 anni fa, dopo l’8 settembre 1943 fu deportato perché si schierò contro il nazifascismo. Ferruccio Guccini ha ricevuto una medaglia d’onore per non aver aderito alla Repubblica Sociale, assieme ad altri undici cittadini italiani deportati.

“I riconoscimenti ufficiali gli facevano piacere, certo, ma non se ne vantava. Pensi che quando lo hanno fatto Cavaliere della Repubblica, mia madre gongolava mentre lui si schermiva. Quando poi è morto, mamma ha fatto incidere il titolo di Cavaliere sulla sua lapide. Mi sono messo le mani nei capelli e le ho detto: ‘Mamma, ma guarda che ora lui si rivolta nella tomba’”.

 Le tracce del suo passato da soldato, dice Guccini, si sono perdute nei tanti traslochi della famiglia.

“Come un piccolo quaderno della prigionia. In queste pagine, con una grafia minuta e precisa, nel campo aveva annotato delle ricette. E sa perché? Perché non voleva perdere il ricordo dei sapori, dei profumi buoni. So che con altri lui scambiava ricordi di cibo. Uno diceva: ‘Sai, una volta ho mangiato quei tortellini…’, e tutti gli altri lo incoraggiavano con “Dai, racconta, che sapore avevano?”

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