Levante dopo il no della curia di Lecce: “La Chiesa insegna ad analizzare i testi. Loro si sono fermati a un titolo”

Levante dopo il no della curia di Lecce: "Avevo solo difeso la sacralità della donna"
Levante dopo il no della curia di Lecce: “Avevo solo difeso la sacralità della donna” (Foto Ansa)

ROMA – “La chiesa ci insegna a leggere e analizzare i testi, qui però siamo di fronte a un caso in cui ci si è fermati a leggere un titolo. In #GesùCristoSonoIo non ho offeso alcuna sacralità: al contrario l’ho difesa, paragonando i dolori di una donna maltrattata a quelli di un Cristo”: si difende così, su Facebook, Levante, la cantante siciliana a cui la curia di Lecce ha negato il permesso per un concerto in piazza Duomo. 

Un rifiuto motivato da quelli che la curia ha definito “testi troppo irriverenti” della cantautrice.  Sotto accusa ci sarebbe in particolare la canzone “Gesù Cristo sono io”, dell’album “Nel caos di stanze stupefacenti” del 2017.

Levante si difende sui social. In una storia postata su Instagram dice: “In Salento ci suono, un posto lo trovo e va bene così. Il problema non è che io debba cambiare location, è che in Italia abbiamo questo genere di ostacoli. In queste ore ho deciso di restare a guardare. Ho aspettato perché quando mi è stato detto che forse c’erano dei problemi sulla data di Lecce per un rifiuto della curia, sono rimasta incredula”.

E ancora: “La chiesa ci insegna ad analizzare i testi, li leggiamo, li analizziamo, li comprendiamo e li facciamo nostri, qui invece siamo di fronte a delle persone che si sono fermate a leggere un titolo”. Quanto al tema sacralità, “io ho difeso la sacralità della donna paragonando i dolori di una donna maltrattata ai dolori di Cristo, non c’è nessuna offesa da parte mia”. (Fonti: Facebook, Instagram)

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