Lou Reed: la causa della morte e le sue ultime parole

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Ottobre 2013 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA
Lou Reed: la causa della morte e le sue ultime parole (LaPresse)

Lou Reed: la causa della morte e le sue ultime parole (LaPresse)

LONG ISLAND, NEW YORK – Lou Reed è morto per complicazioni legate al trapianto di fegato che aveva subito lo scorso maggio, nonostante le costanti cure di farmaci farmaci immunosoppressivi a cui è stato sottoposto.

La causa della morte di Lou Reed, avvenuta il 27 ottobre all’età di 71 anni, è stata confermata dal suo medico curante, il dottore Charles Miller della Cleveland Clinic, nell’Ohio. “Siamo stati tutti concordi”, ha concluso Miller, “sul fatto che abbiamo fatto tutto quanto era possibile”. Il fondatore dei Velvet Underground sapeva da tempo che le sue condizioni erano sempre più precarie.

Dopo il trapianto, la moglie Laurie Anderson aveva spiegato: “È una situazione seria e non c’è stata altra soluzione. Stava morendo. Non fai un’operazione di questo tipo per divertimento”, cercando di far capire la situazione medica di Reed ai fan delusi per il fatto che avesse annullato cinque concerti, incluse due apparizioni al Coachella festival (Indio, California) previste per aprile 2014, quasi un anno dopo l’intervento. Annullamenti che all’inizio erano stati tenuti segreti, finché all’inizio di giugno la stessa Anderson non ne ha parlato in un’intervista per il giornale londinese The Times.

“È stato un’operazione delicata che è andata molto bene, non credo che Lou si riprenderà mai totalmente, ma di sicuro nel giro di pochi mesi ricomincerà a fare le sue cose”, aveva poi aggiunto la Anderson.

Al punto che, un mese dopo il trapianto, l’autore di Heroin e di Walk on the Wild Side aveva già ripreso a esercitarsi nel tai chi, l’arte marziale di cui era un appassionato cultore.

Il 20 giugno Lou Reed, (Lewis Allan Reed, questo il suo vero nome, nato a Brooklyn il 2 marzo 1942) aveva detto di sé: “Sono il trionfo della medicina, della fisica e della chimica moderna“, annunciando che avrebbe voluto tornare a esibirsi di nuovo dal vivo.

A fine giugno era però stato ricoverato d’urgenza un’altra volta, al Southampton Hospital di Long Island, a New York, dopo essere stato colpito da violenti conati di vomito. Si parlò di rigetto o di una “grave disidratazione”.

Lou Reed la settimana scorsa si era di nuovo ricoverato nella “Cleveland Clinic” dell’omonima città dell’Ohio, la stessa dove era stato sottoposto a trapianto del fegato in aprile, per seguire una non meglio precisata terapia dovuta al riacutizzarsi della malattia epatica di cui soffriva: lo ha riferito al quotidiano The New York Times il chirurgo che lo aveva operato sei mesi fa, Charles Miller.

Lo specialista ha raccontato che dopo pochi giorni, tuttavia, al musicista fu spiegato come ormai non ci fosse più nulla da fare: il male era in fase terminale, e nessuna cura sarebbe stata in grado di fermarlo. Reed a quel punto ha deciso di tornare a casa, a Long Island, dove domenica 27 ottobre è morto, assistito dalla moglie e compagna d’arte Laurie Anderson.

Tomorrow I’m smoke“, “Domani sarò fumo“, queste sono state le sue ultime parole.