“Lou Reed? Debosciato, pervertito, scorbutico”: l’attacco del Daily Mail

"Lou Reed? Debosciato, pervertito, scorbutico": l'attacco del Daily Mail
“Lou Reed? Debosciato, pervertito, scorbutico”: l’attacco del Daily Mail (Ap-LaPresse)

NEW YORK – “Lou Reed era un debosciato, tremendamente scortese, un cinico cantore dell’abuso di droghe, un pervertito”.

Nel giorno in cui tutti parlano della morte di Lou Reed celebrando la settantunenne rockstar maledetta dei Velvet Underground, c’è anche chi pensa che la via più veloce per il “quarto d’ora di celebrità” (la corsa alla fama secondo un amico di Lou Reed, Andy Warhol) sia andare controcorrente parlando molto male del defunto.

Si tratta di Tom Leonard, del Daily Mail, che fa a pezzi Lou Reed con un articolo dall’urticante titolo:

“A very debauched walk on the wild side: He did more than any other rock star to give drugs a false and dangerous glamor. Now, after a liver transplant in May, Lou Reed’s own excesses have finally caught up with him”

“Una passeggiata parecchio debosciata nel lato oscuro: ha fatto più di ogni altra rockstar per dare alle droghe un’aura di falso e pericoloso fascino. Adesso, dopo un trapianto di fegato a maggio, Lou Reed alla fine ha pagato per i suoi eccessi”.

Se tutti sanno chi è Lou Reed, pochi conoscono Tom Leonard. Corrispondente del Mail da New York, 35 anni, sul suo profilo twitter (161 follower) scrive per presentarsi che “Any insensitivity and general tactlessness my own“, “ogni insensibilità e in generale ogni mancanza di tatto è farina del mio sacco”.

Tiene fede al suo profilo nel pezzo su Lou Reed. Carlo Giovanardi non avrebbe saputo fare di “meglio”:

“Rendere glamour l’abuso di droghe è ormai diventato una medaglia al valore per le rockstar – ma poche lo hanno fatto con un tale cinico abbandono come Lou Reed, il cantante dalla vita spericolata che è morto ieri all’età di 71 anni. Infatti il suo stile di vita era così provocatoriamente auto-distruttivo che la più grande sorpresa per quelli che hanno seguito la sua turbolenta carriera è stata come abbia fatto a vivere così a lungo.

Il notoriamente irascibile e notoriamente debosciato newyorchese è stato il leader dei Velvet Underground, band della scena d’avanguardia degli anni Sessanta […]

Durante gli anni Settanta, solo il Rolling Stone Keith Richards arrivò vicino a competere con Reed nella classifica delle rockstar più strafatte. Gli amici si chiedevano chi dei due sarebbe morto prima. (Richards, ovviamente, va ancora forte.)

Reed ha esagerato con alcol e droghe, è ingrassato e poi e dimagrito più volte. E anche se lui ha sempre insistito sul fatto che con le sue canzoni non abbia mai incitato gli altri all’uso di eroina, molti non sono d’accordo.

Dopo che Sid Vicious dei Sex Pistols morì dopo un’overdose di eroina, il suo compagno di band Johnny Rotten osservò: “La colpa è dei troppi album di Lou Reed (che ha ascoltato)”.

Il critico rock Lester Bangs descrisse Reed come “così trascendentalmente emaciato da essere diventato un insetto”. La sua somiglianza con un insetto stecco era esaltata dalla sua ostinazione a indossare pantaloni aderenti di pelle e grandi occhiali da sole. […]

Quando Bowie gli suggerì che avrebbe dovuto ripulire la sua vita, Reed gli diede un pugno. E mentre la sua vita precipitava nella tossicodipendenza, la sua carriere musicale andava a rotoli. Una serie di album sperimentali finirono nel dimenticatoio come flop imbarazzanti.

Lester Bangs – un fan devoto al quale fu concesso di restare chiuso in camere d’hotel con Lou Reed per sessioni di lamentele e di bevute che duravano tutta la notte – lo ha descritto una volta come “un pervertito completamente depravato e un patetico death dwarf (intraducibile: nano da morte)”.

Comunque Reed superò la sua tossicodipendenza negli anni 80 e restò per 10 anni sposato con la designer britannica Sylvia Morales, iniziando anche a riscoprire il successo commerciale.

Ma chiaramente il suo corpo aveva pagato un prezzo irreversibile allo stress fisico al quale era stato sottoposto. Negli anni più recenti Reed era riuscito a sostituire la sua fama di tossico con una altrettanto potente fama di persona scontrosa. […]

Ha fatto piangere Susan Boyle, star di Britain’s Got Talent, perché nel 2010 le negò il permesso di cantare “Perfect Day” nello show “America’s Got Talent”.

Poteva essere terribilmente scortese nelle interviste, urlando contro chi osasse ricordargli quante volte era caduto in contraddizione”

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie