Lucio Dalla, Avvenire: “Qualcuno voleva mettere un timbro sul suo funerale”

CITTA' DEL VATICANO – Sui funerali di Lucio Dalla, sulla sua omosessualita' e sull'atteggiamento della Chiesa si e' compiuto ''un incomprensibile esproprio della storia di un uomo, delle sue scelte, dei suoi sentimenti. Tentato da soliti cacciatori di timbri e di legittimazioni politiche''. E' quanto scrive il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, rispondendo a numerose lettere dei lettori.

''Servirebbe un po' piu' di rispetto – prosegue Tarquinio – da parte di tutti coloro che evidentemente poco o nulla sanno della sua e della nostra fede e che si sono precipitati a fare della vita di un amatissimo artista una bandiera – questa si' 'ipocrita' – da sventolare sugli spalti delle proprie convinzioni e condizioni''.

''Per il resto – conclude Avvenire – la verita' ancora una volta e' semplice: a Bologna, in San Petronio, la comunita' cristiana ha accolto un figlio e attorno a lui si e' raccolta. Non ci sono altri 'timbri' da mettere sul passaporto di un cristiano che torna alla Casa del Padre''.

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