ROMA – Quando le chiedo i suoi punti di riferimento musicali, lei mi risponde senza batter ciglio “Michael Jackson e Fabrizio De Andrè”. Ed è così che, in un solo momento, capisco che parlare con “Madame” significa abbandonare ogni luogo comune. Lei, “Madame”, classe 2002, con due soli singoli – “Anna” e “Sciccherie” – si è imposta come una delle giovani promesse più talentuose della scena musicale italiana.
Come dovrei etichettare la musica di “Madame”? Rap? Trap? Urban? Il problema è proprio l’etichetta. Con “Madame”, d’altronde, dobbiamo imparare ad eliminarle. E’ lei stessa a ricordarci che è arrivata finalmente l’ora di abbandonare i soliti, ammuffiti, cliché.
Come ti sei avvicinata al mondo della musica? “Al mondo della musica – risponde – mi sono avvicinata grazie a mio padre, un musicista amatoriale”. E quando le chiedo di come si è avvicinata al rap lei mi chiarisce: “Non c’è qualcosa di preciso che mi abbia avvicinato al rap”. Allora quali sono stati i primi dischi e le prime canzoni a cui ti sei affezionata? “‘Emis Killa’ con ‘Parole di ghiaccio’ è stata la prima canzone rap, ‘Fenice’ di ‘Izi’ il primo album”. “Quindi – conclude – ora potrei aver risposto alla seconda parte della prima domanda”.
Con “Anna” e “Sciccherie” hai avuto già un ottimo successo. Cosa dicono a scuola? “A scuola si complimentano, solitamente, sia i professori che i compagni”. E in famiglia? “Mio padre è il mio fan numero uno”. Come mai hai scelto “Madame” come nome? “L’ho scelto perché voglio essere Donna con la D maiuscola. ‘Madame’ dava l’idea di eleganza e raffinatezza al punto giusto”.
Tutte e due le canzoni sono state prodotte da “Eiemgei” (Giorgio Arcella). Come ti sei trovata a lavorare con lui? “Giorgio è diventato un fratello maggiore per me. È il produttore più bravo con cui abbia mai lavorato, e uno degli amici migliori”. Cosa ti dicono ora “Fada” e “Barlow”? “Sono orgogliosissimi, mi supportano sempre”.
Sei appassionata di poetica medievale e Dante. Da dove nasce questa passione? “Ho sempre avuto insegnanti di italiano particolarmente in gamba che mi hanno fatto appassionare alla materia, il tutto si è trasformato in una grande passione extrascolastica”. Giochi molto con la pronuncia e con gli accenti delle parole. Da dove nasce questo stile? “Nasce dalla noia del fare sempre le solite cose e dalla ricerca di uno stile personale”.
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Ho letto che tra le tue influenze musicali c’è anche il neomelodico siciliano. Perché proprio il neomelodico siciliano? “In realtà non è un’influenza. Il punto è che non ho quasi mai viaggiato in vita mia, non ho mai assaporato l’Italia in quanto Italia, così mi affascina e incuriosisce il Sud. Il sound è tradizionale, ogni canzone è canticchiabile e il loro dialetto mi fa impazzire (anche il napoletano). Ma, ripeto, non posso parlare di influenza”.
Da dove nasce questa tua passione per i dialetti? “I dialetti sono l’underground della lingua italiana. Se non li amassi, sarebbe come dire ‘amo la musica, ma solo quella che va in radio'”. Come definiresti la tua musica? “Definisco la mia musica ‘curiosa’”.
“Noisey” ti ha inserita nella lista dei rapper da tenere d’occhio nel 2019. Che effetto ti fa ritrovarti tutte queste attenzioni addosso? “Ho sempre desiderato le attenzioni degli altri verso la mia musica. Vedere così tante persone interessate al mio progetto sfama il mio bisogno di certezze perenne”.
Chi è Anna? “Anna è una Donna, basti dire solo questo, il resto lo dirà la musica”. Nel testo di “Anna” citi anche Guccini. Come mai? “Volevo unire in una sola parola il fenomeno trap e il cantautorato italiano con un gioco di suoni derivato inizialmente da ‘Gucci'”.
Tra i commenti al video un fan ha scritto questo: “Finalmente una donna che sa fare rap! Le donne non sono mai riuscite a spiccare perché cercavano di fare il rap in maniera maschile”. Sei d’accordo? “Io penso che, se per anni il rap italiano femminile è stato pressappoco fallimentare e i giudizi nei suoi confronti non sono ancora cambiati, basti cambiare direzione”. Ci sono rapper donne italiane che ti piacciono? E della scena internazionale? “Ci sono tante artiste interessanti, ma non voglio concentrarmi solo sul rap, né tanto meno sul ‘rap femminile'”.
Di solito ormai i ragazzi e le ragazze della tua età che vogliono iniziare a fare musica scelgono di partecipare a qualche talent. Cosa nei pensi dei talent? “Sin da piccola, appena mettevo piede in doccia impugnavo il primo barattolo di shampoo e scrivevo la ‘x’ di ‘X-Factor’ sul vetro appannato, salivo sui tavoli e cantavo con il mestolo… insomma il talent l’ho sempre visto come un’occasione.”. Questa settimana è la settimana di”Sanremo”. Andresti mai al ‘Festival’? “Si, certo, parteciperei a Sanremo per il gusto di accedere al palco dell’Ariston e per far sentire a tantissime persone i miei inediti. Ma ho appena cominciato, dunque è solo una proiezione in un futuro ipotetico”.
Parliamo di “Sciccherie”. Cosa intendi per “sciccherie”? “Le sciccherie sono le nostre piccole dipendenze che ci fanno sentire migliori rispetto a come saremmo senza”. Quali sono i piani di lettura della canzone? “Mi piace lasciare libera interpretazione”. Nel video ti spogli di tutte le dipendenze fino a mostrare la vera te stessa. Com’è nata l’idea del video? “È nata da un veloce brain-storming al telefono con Fabio, il mio A&R”.
Quando uscirà il disco? “Non ci penso… uscirà se e quando sarà pronto”. Cosa dobbiamo aspettarci dai nuovi singoli? “Qualcosa di diverso da quello che avete già sentito dai singoli già usciti”. Ora non resta che aspettare.
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