“Nema Problema”, orchestra dal numero variabile di musicisti

MILANO – A volte sono solo quattro, di solito nove, ma possono arrivare anche a dodici. Comunque vada si suona lo stesso, “nema problema”, che in slavo significa “nessun problema”. È il motto e anche il nome di questa banda, la NeMa PrObLeMa! Orkestar, una formazione musicale composta da nove elementi che però può adattarsi a qualsiasi numero, luogo e condizione atmosferica. Come spiega Carlo Coppadoro, uno dei musicisti della band «nel precariato totale che caratterizza la vita dei musicisti in Italia, noi ci siamo adattati. Il messaggio che vogliamo trasmettere – continua Coppadoro – è “avanti la musica”. Noi veniamo dietro cantando chissenefrega!».

Ventinove anni, studioso di musicologia, Carlo Coppadoro ha iniziato a suonare nella “Banda degli Ottoni a scoppio” senza mai aver fatto il conservatorio. Sassofono, tromba, e adesso il “Susafono”, una sorta di grammofono da spalla, detta confidenzialmente “la Susy” sono i suoi strumenti. Gli altri componenti sono Edoardo Tomaselli (cornetta), Maurizio Paniccià (tromba), Luca Grazioli (tromba),Davide Marzagalli (sassofono contralto e congas), Michele Obizzi(sax tenore), Fabio Marconi (chitarra, bombardino tenore), Ivan Rosas (basso elettrico, grancassa) Lucio Sagone (batteria e percussioni). Il loro sound mescola musiche dell’Europa dell’est – della tradizione gitana, dei balcani e della musica klezmer – con sincopate iniezioni di jazz.

Sono nati a Milano nel 2004, al Centro Sociale “Cascina Torchiera senz’acqua”, e da lì sono andati in giro per il mondo, a bordo di un furgone e di numerosi aerei Low cost, sempre muniti solo dei loro strumenti: Lisbona, Istanbul, Croazia Svizzera Francia e Spagna, varie città della Serbia. Paesi che li hanno accolti a braccia aperte.

«Un musicista a Lisbona ha una vita completamente diversa da quella di un musicista in Italia – aggiunge Carlo Coppadoro – in Portogallo ci sono tantissimi locali che fanno musica dal vivo, il lavoro di chi suona uno strumento è riconosciuto e tutelato, si può vivere di musica. Qui da noi è diverso, molte le difficoltà e i dazi che tagliano le gambe alla musica dal vivo. In primis la vetusta istituzione della Siae: ancora con struttura risalente al ventennio. La Siae è un mostro sacro parastatale intoccabile. Dovrebbe tutelare autori ed editori, di fatto ammazza la possibilità di chi lavora come musico, chi suona dal vivo».

Però nonostante questi problemi, non rinunciano a suonare in Italia, non abbandonano la madrepatria. «La mia famiglia musicale è qui» sintetizza lapidario Coppadoro. Per restare nel Belpaese e vivere con i proventi della musica si sono inventati una serie di alternative: si sono trasferiti a vivere a Sagliano, vicino a Varzi, per tagliare le spese. Lì c’è la loro casa-base, dalla quale partiranno quest’estate per andare invitati al festival di Gucia in Serbia (la Mecca della balkan music) e per girare l’Italia.

Sì, perché i Nema Problema hanno sia una formazione da concerto, con tanto di chitarre, cavi e amplificatori, sia una formazione “da strada”,con cui si possono fermare in una piazza, suonare e far girare il cappello. Se volete conoscerli e ascoltare il loro ultimo cd (ovviamente autoprodotto) il prossimo appuntamento è sabato 14 e domenica 15 maggio a Sagliano, alla “Festa del Buon Vicinato” organizzata da loro.

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